Catone in Utica, Torino, Reale, 1757

 SCENA VIII
 
 EMILIA
 
 EMILIA
 Se gli altrui folli amori ascolto e soffro
 e s'io respiro ancor dopo il tuo fato,
395perdona, o sposo amato,
 perdona; a vendicarmi
 non mi restano altr'armi. A te gli affetti
 tutti donai, per te gli serbo; e quando
 termini il viver mio, saranno ancora
400al primo nodo avvinti,
 s'è ver ch'oltre la tomba aman gli estinti.
 
    O nel sen di qualche stella
 o sul margine di Lete
 se mi attendi, anima bella,
405non sdegnarti, anch'io verrò.
 
    Sì verrò; ma voglio pria
 che preceda all'ombra mia
 l'ombra rea di quel tiranno
 che a tuo danno il mondo armò. (Parte)