Catone in Utica, Torino, Reale, 1757

 SCENA XV
 
 EMILIA e ARBACE
 
 EMILIA
1265Udisti, Arbace? Il credo appena. A tanto
 giunge dunque in costei
 un temerario amor? Ne vanta il foco,
 te ricusa, me insulta e il padre offende.
 ARBACE
 Di colei che mi accende
1270ah non parlar così.
 EMILIA
                                     Non hai rossore
 di tanta debolezza? A tale oltraggio
 resisti ancor?
 ARBACE
                            Che posso fare? È ingrata,
 è ingiusta, io lo conosco; e pur l'adoro;
 e sempre più si avanza
1275con la sua crudeltà la mia costanza.
 EMILIA
 
    Se sciogliere non vuoi
 dalle catene il cor,
 di chi lagnar ti puoi?
 Sei folle nell'amor,
1280non sei costante.
 
    Ti piace il suo rigor,
 non cerchi libertà;
 l'istessa infedeltà
 ti rende amante. (Parte)