Catone in Utica, Torino, Reale, 1757

 SCENA VIII
 
 CESARE e CATONE
 
 CESARE
1775Lascia che un'alma grata
 renda alla tua virtù...
 CATONE
                                         Nulla mi devi.
 Mira se alcun vi resta
 armato a' danni tuoi.
 CESARE
                                         Partì ciascuno. (Guardando attorno)
 CATONE
 D'altre insidie hai sospetto?
 CESARE
                                                      Ove tu sei
1780chi può temerle?
 CATONE
                                  E ben, stringi quel brando;
 risparmi il sangue nostro
 quello di tanti eroi.
 CESARE
 Come!
 CATONE
                Se qui paventi
 di nuovi tradimenti,
1785scegli altro campo e decidiam fra noi.
 CESARE
 Ch'io pugni teco! Ah non fia ver. Saria
 della perdita mia
 più infausta la vittoria.
 CATONE
                                             Eh non vantarmi
 tanto amor, tanto zelo; all'armi, all'armi.
 CESARE
1790A cento schiere in faccia
 si combatta, se vuoi; ma non si vegga
 per qualunque periglio
 contro il padre di Roma armarsi il figlio.
 CATONE
 Eroici sensi e strani
1795a un seduttor delle donzelle in petto.
 Sarebbe mai difetto
 di valor, di coraggio
 quel color di virtù?
 CESARE
                                      Cesare soffre
 di tal dubbio l'oltraggio?
1800Ah se alcun si ritrova
 che ne dubiti ancora, ecco la prova. (Mentre snuda la spada, esce Emilia frettolosa)