Didone abbandonata, Madrid, Mojados, 1752

 SCENA XI
 
 SELENE, IARBA ed ARASPE
 
 IARBA
340Non partirò se pria...
 SELENE
                                         Da lui che brami?
 IARBA
 Il suo nome.
 SELENE
                          Il suo nome
 senza tanto furor da me saprai.
 IARBA
 A questa legge io resto.
 SELENE
 Quell'Enea che tu cerchi appunto è questo.
 IARBA
345Ah m'involasti un colpo
 che al mio braccio offeriva il ciel cortese.
 SELENE
 Ma perché tanto sdegno? In che t'offese?
 IARBA
 Gli affetti di Didone
 al mio signor contende,
350t'è noto e mi domandi in che m'offende?
 SELENE
 Dunque supponi, Arbace,
 che scelga a suo talento il caro oggetto
 un cor che s'innamora?
 Nella scuola d'amor sei rozzo ancora. (Parte)