Didone abbandonata, Madrid, Mojados, 1752

 SCENA XVI
 
 DIDONE con guardie e detti
 
 OSMIDA
 Siam traditi, o regina. (Con affettato spavento)
 Se più tarda d'Arbace era l'aita,
 il valoroso Enea
415sotto colpo inumano oggi cadea.
 DIDONE
 Il traditor qual è, dove dimora?
 OSMIDA
 Miralo, nella destra ha il ferro ancora. (Accenna Araspe)
 DIDONE
 Chi ti destò nel seno
 sì barbaro desio?
 ARASPE
420Del mio signor la gloria e 'l dover mio.
 DIDONE
 Come! L'istesso Arbace
 disapprova...
 ARASPE
                           Lo so ch'ei mi condanna;
 il suo sdegno pavento;
 ma il mio non fu delitto e non mi pento.
 DIDONE
425E nemmeno hai rossore
 del sacrilego eccesso?
 ARASPE
 Tornerei mille volte a far l'istesso.
 DIDONE
 Ti preverrò. Ministri
 custodite costui. (Araspe parte con guardie)
 ENEA
430Generoso nemico (A Iarba)
 in te tanta virtude io non credea.
 Lascia che a questo sen...
 IARBA
                                                Scostati Enea.
 Sappi che il viver tuo d'Araspe è dono,
 che il tuo sangue vogl'io, che Iarba io sono.
 DIDONE
435Tu Iarba!
 ENEA
                     Il re de' Mori!
 DIDONE
 Un re sensi sì rei
 non chiude in seno; un mentitor tu sei.
 Si disarmi.
 IARBA
                        Nessuno (Snuda la spada)
 avvicinarsi ardisca o ch'io lo sveno.
 OSMIDA
440(Cedi per poco almeno (Piano a Iarba)
 finch'io genti raccolga, a me ti fida).
 IARBA
 (E così vil sarò?) (Piano ad Osmida)
 ENEA
                                   Fermate amici,
 a me tocca il punirlo.
 DIDONE
                                         Il tuo valore
 serba ad uopo miglior. Che più s'aspetta?
445O si renda o svenato al piè mi cada.
 OSMIDA
 (Serbati alla vendetta). (Piano a Iarba)
 IARBA
                                              Ecco la spada. (Getta la spada, che viene raccolta dalle guardie, e parte fra quelle)
 DIDONE
 Frenar l'alma orgogliosa
 tua cura sia. (Ad Osmida)
 OSMIDA
                           Su la mia fé riposa. (Parte appresso Iarba)