Catone in Utica, Parigi, Hérissant, 1780

 SCENA X
 
 EMILIA
 
 EMILIA
 Chi può nelle sventure
 uguagliarsi con me? Spesso per gli altri
 e parte e fa ritorno
1815la tempesta, la calma e l'ombra e il giorno;
 sol io provo degli astri
 la costanza funesta;
 sempre è notte per me, sempre è tempesta.
 
    Nacqui agli affanni in seno;
1820ognor così penai;
 né vidi un raggio mai
 per me sereno in ciel.
 
    Sempre un dolor non dura;
 ma, quando cangia tempre,
1825sventura da sventura
 si riproduce; e sempre
 la nuova è più crudel. (Parte)