Ezio, Venezia, Buonarigo, 1728

 SCENA II
 
 EZIO preceduto da istromenti bellici, schiavi ed insegne de’ vinti, seguito da’ soldati vincitori, popolo, e detti
 
 EZIO
30Signor vincemmo. Ai gelidi Trioni
 il terror de' mortali
 fuggitivo ritorna. Il primo io sono
 che vedesse finora
 Attila impallidir. Presso a Pirene
35seco pugnammo; ivi a crudel cimento
 la barbarie e il valor vennero insieme.
 Giammai non vide il sole
 più numerosa strage. A tante morti
 era angusto il terreno. Il sangue corse
40in torbidi torrenti.
 Le minaccie ai lamenti
 si udian confuse e fra i timori e l'ire
 erravano indistinti
 i forti, i vili, i vincitori, i vinti.
45Né gran tempo dubbiosa
 la vittoria ondeggiò, timido alfine
 fugge il tiranno e cede
 di tante ingiuste prede,
 impacci al suo fuggir, l'acquisto a noi.
50Se una prova ne vuoi
 mira le vinte schiere,
 ecco l'armi, l'insegne e le bandiere.
 VALENTINIANO
 Ezio tu non trionfi
 d'Attila sol; nel debellarlo, ancora
55vincesti i voti miei. Tu rassicuri
 su la mia fronte il vacillante alloro.
 Tu il marzial decoro
 rendesti al Tebro; e deve
 alla tua mente, alla tua destra audace
60Italia tutta e libertade e pace.
 EZIO
 L'Italia i suoi riposi
 tutta non deve a me. V'è chi gli deve
 solo al proprio valore. All'Adria in seno
 un popolo di eroi s'aduna e cangia
65in asilo di pace
 l'istabile elemento.
 Con cento ponti e cento
 le sparse isole unisce;
 colle moli impedisce
70all'ocean la libertà dell'onde.
 E intanto su le sponde
 stupido resta il pellegrin che vede
 di marmi adorne e gravi
 sorger le mura, ove ondeggiar le navi.
 VALENTINIANO
75Chi mai non sa qual sia
 d'Antenore la prole? È noto a noi
 che più saggia d'ogni altro,
 alle prime scintille
 dell'incendio crudel ch'Attila accese,
80lasciò i campi e le ville
 e in grembo al mar la libertà difese.
 So già quant'aria ingombra
 la novella cittade e volgo in mente
 qual può sperarsi adulta,
85se nascente è così.
 EZIO
                                    Cesare, io veggo
 i semi in lei delle future imprese.
 Già s'avvezza a regnar. Sudditi i mari
 temeranno i suoi cenni; argine all'ire
 sarà de' regi e porterà felice
90con cento navi e cento
 ai tiranni dell'Asia alto spavento.
 VALENTINIANO
 Gli auguri fortunati
 secondi il ciel. Fra queste braccia intanto (Scende dal trono)
 tu del cadente impero e mio sostegno
95prendi d'amore un pegno. A te non posso
 offrir che i doni tuoi. Serbami amico
 quei doni istessi e sappi
 che fra gli acquisti miei
 il più nobile acquisto Ezio tu sei.
 
100   Se tu la reggi al volo,
 su la tarpea pendice
 l'aquila vincitrice
 sempre tornar vedrò.
 
    Breve sarà per lei
105tutto il camin del sole
 e allora i regni miei
 col ciel dividerò. (Parte con Varo e pretoriani)