Didone abbandonata, Madrid, Mojados, 1752

 SCENA XVIII
 
 ENEA solo
 
 ENEA
 E soffrirò che sia
520sì barbara mercede
 premio della tua fede anima mia?
 Tanto amor, tanti doni...
 Ah pria ch'io t'abbandoni,
 pera l'Italia, il mondo,
525resti in oblio profondo
 la mia fama sepolta,
 vada in cenere Troia un'altra volta.
 Ah che dissi! Alle mie
 amorose follie
530gran genitor perdona, io n'ho rossore.
 Non fu Enea che parlò; lo disse amore.
 Si parta. E l'empio moro
 stringerà il mio tesoro?
 No... Ma sarà frattanto
535al proprio genitor spergiuro il figlio?
 Padre, amor, gelosia, numi consiglio.
 
    Se resto sul lido,
 se sciolgo le vele,
 infido, crudele
540mi sento chiamar.
 
    Intanto confuso
 nel dubbio funesto,
 non parto, non resto;
 ma provo il martire
545che avrei nel partire,
 che avrei nel restar. (Parte)
 
 Fine dell’atto primo