Ezio, Venezia, Buonarigo, 1728

 SCENA X
 
 EZIO, poi FULVIA
 
 EZIO
 Vedrem se ardisce ancora
 di opporsi all'amor mio.
 FULVIA
                                               Ti leggo in volto
 Ezio l'ire del cor. Forse ad Augusto
535ragionasti di me?
 EZIO
                                   Sì, ma celai
 a lui che m'ami, onde temer non dei.
 FULVIA
 Che disse alla richiesta? E che rispose?
 EZIO
 Non cedé, non si oppose,
 si turbò. Me ne avviddi a qualche segno.
540Ma non osò di palesar lo sdegno.
 FULVIA
 Questo è il peggior presaggio. A vendicarsi
 cauto le vie dissegna
 chi ha ragion di sdegnarsi e non si sdegna.
 EZIO
 Troppo timida sei.