Ezio, Venezia, Buonarigo, 1728

 SCENA XIII
 
 FULVIA
 
 FULVIA
 Via, per mio danno aduna
605o barbara fortuna
 sempre nuovi disastri. Onoria irrita,
 rendi Augusto geloso, Ezio infelice,
 toglimi il padre ancor; toglier giammai
 l'amor non mi potrai, che a tuo dispetto
610sarà per questo core
 trionfo di costanza il tuo rigore.
 
    Fin che un zeffiro soave
 tien del mar l'ira placata,
 ogni nave è fortunata,
615è felice ogni nocchier.
 
    È ben prova di coraggio
 incontrar l'onde funeste,
 navigar fra le tempeste
 e non perdere il sentier.
 
 Fine dell’atto primo