Ezio, Venezia, Buonarigo, 1728

 SCENA PRIMA
 
 Giardini corrispondenti agli appartamenti imperiali.
 
 MASSIMO e poi FULVIA
 
 MASSIMO
620Qual silenzio è mai questo! È tutto in pace
 l'imperiale albergo; in Oriente
 rosseggia il nuovo giorno;
 e pure ancor d'intorno
 suon di voci non odo, alcun non miro.
625Dovrebbe pur Emilio
 aver compito il colpo. Ei mi promise
 nel tiranno punir tutti i miei torti
 e pigro...
 FULVIA
                    Ah genitor.
 MASSIMO
                                           Figlia, che porti?
 FULVIA
 Fu Cesare assalito. Io già comprendo
630donde nasce il pensier. Padre tu sei
 che spingi a vendicarti
 la man che l'assalì.
 MASSIMO
 Ma Cesare morì?
 FULVIA
                                   Pensa a salvarti.
 Già di guerrieri e d'armi
635tutto il soggiorno è cinto.
 MASSIMO
 Dimmi se vive o se rimase estinto.
 FULVIA
 Nol so. Nulla di certo
 compresi nel timor.
 MASSIMO
                                       Sei pur codarda.
 Vado a chiederlo io stesso. (In atto di partire s’incontra in Valentiniano)