Ezio, Venezia, Buonarigo, 1728

 SCENA IV
 
 MASSIMO e FULVIA
 
 FULVIA
 E puoi d'un tuo delitto
725Ezio incolpar? Chi ti consiglia, o padre?
 MASSIMO
 Folle, la sua ruina
 è riparo alla mia. Della vendetta
 mi agevola il sentier. S'ei resta oppresso,
 non ha difesa Augusto. Or vedi quanto
730è necessaria a noi. Troppo maggiore
 di un feminil talento
 questa cura saria. Lasciane il peso
 a chi di te più visse
 e più saggio è di te.
 FULVIA
                                      Dunque ti renda
735l'età più giusto ed il saper.
 MASSIMO
                                                   Se tento
 l'onor mio vendicar non sono ingiusto.
 E se lo fossi ancor, presa è la via
 ed a ritrarne il piè tardi saria.
 FULVIA
 Non è mai troppo tardi onde si rieda
740per le vie di virtù. Torna innocente
 chi detesta l'error.
 MASSIMO
                                    Posso una volta
 ottener che non parli? Alfin che brami?
 Insegnar mi vorresti
 ciò che da me apprendesti? O vuoi ch'io serva
745al tuo debole amor? Fulvia raffrena
 i tuoi labri loquaci
 e in avvenir non irritarmi e taci.
 FULVIA
 Ch'io taccia e non t'irriti allor che veggio
 il monarca assalito,
750te reo del gran misfatto, Ezio tradito?
 Lo toleri chi può. D'ogni rispetto
 o mi disciogli o quando
 rispettosa mi vuoi, cangia il comando.
 MASSIMO
 Ah perfida! Conosco
755che vuoi sacrificarmi al tuo desio.
 Va'. Dell'affetto mio,
 che nulla ti nascose, empia ti abusa;
 e per salvar l'amante il padre accusa.
 
    Va' dal furor portata,
760palesa il tradimento.
 Ma ti sovvenga ingrata
 il traditor qual è.
 
    Scopri la frode ordita;
 ma pensa in quel momento
765ch'io ti donai la vita,
 che tu la togli a me.