Ezio, Venezia, Buonarigo, 1728

 SCENA VI
 
 FULVIA e detti
 
 VALENTINIANO
                                                Vedi qual dono.
 EZIO
 Fulvia!
 MASSIMO
                 (Che mai sarà! L'alma si agghiaccia).
 FULVIA
 Da Fulvia che si vuol?
 VALENTINIANO
                                           Che ascolti e taccia.
1410Ti sorprende l'offerta. Ella è sì grande
 che crederla non sai. Ma temi invano.
 La promisi, l'affermo, ecco la mano.
 EZIO
 A qual prezzo però mi si concede
 d'esserne possessor?
 VALENTINIANO
                                         Poco si chiede.
1415Tu sei reo per amor; chi visse amante
 facilmente ti scusa. Altro non bramo
 che un ingenuo parlar. Tutto il disegno
 svelami, te ne priego, acciò non viva
 Cesare più co' suoi timori intorno.
 EZIO
1420Addio mia vita, alla prigione io torno.
 VALENTINIANO
 (E il soffro!)
 FULVIA
                          (Ahimè!)
 VALENTINIANO
                                              Senti. E lasciar tu vuoi (Ad Ezio)
 ostinato a tacer Fulvia che tanto
 fedel ti corrisponde?
 Parla! (Né meno il traditor risponde!)
 MASSIMO
1425(Quanti perigli!)
 VALENTINIANO
                                  Ezio m'ascolti? Intendi
 che parlo a te? Son tali i detti miei
 che un reo, come tu sei, debba sprezzarli?
 EZIO
 Quando parli così, meco non parli.
 VALENTINIANO
 (Eh si risolva). Olà custodi?
 FULVIA
                                                     Ah prima
1430lo sdegno tuo contro di me si volga.
 VALENTINIANO
 Né puoi tacere? Il prigionier si sciolga. (Le guardie tolgono le catene ad Ezio)
 EZIO
 Come!
 FULVIA
                Che veggio!
 MASSIMO
                                        (O stelle!)
 VALENTINIANO
                                                             Alfin conosco
 che innocente tu sei. Tanta costanza
 nel ricusar la sospirata sposa
1435no che un reo non avrebbe. Ezio mi pento
 del mio rigore; emendaranno i doni
 l'ingiuste offese de' sospetti miei.
 Vanne, Fulvia è già tua, libero or sei.
 FULVIA
 (Felice me!)
 EZIO
                          La prima volta è questa
1440ch'io mi confondo e con ragion. Chi mai
 un monarca rivale a questo segno
 generoso sperò! La tua diletta
 mi cedi e non rammenti...
 VALENTINIANO
                                                  Ezio t'affretta.
 Impaziente attende
1445Roma di rivederti. A lei ti mostra,
 diliegua il suo timor. Tempo non manca
 ai reciprochi segni
 d'affetto e d'amistà.
 EZIO
                                       Del fasto mio
 or Cesare arrossisco e a tanto dono...
 VALENTINIANO
1450Non più, vanne, io t'abbraccio, io ti perdono.
 EZIO
 
    Lieto sarò di questa
 vita che tu mi dai,
 se quella che mi resta
 impiegherai per te.
 
1455   Quel generoso core
 di chi non è maggiore,
 quando è maggior di sé!