Ezio, Roma, Zempel e de Mey, 1729

 SCENA X
 
 EZIO e poi FULVIA
 
 EZIO
 Vedrem se ardisce ancora
 d'opporsi all'amor mio.
 FULVIA
                                             Ti leggo in volto
540Ezio l'ire del cor. Forse ad Augusto
 ragionasti di me?
 EZIO
                                   Sì, ma celai
 a lui che m'ami, onde temer non dei.
 FULVIA
 Che disse alla richiesta? E che rispose?
 EZIO
 Non cedé, non s'oppose,
545si turbò, me ne avviddi a qualche segno
 ma non osò di palesar lo sdegno.
 FULVIA
 Questo è il peggior presaggio. A vendicarsi
 cauto le vie disegna
 chi ha ragion di sdegnarsi e non si sdegna.
 EZIO
550Troppo timida sei.