Ezio, Roma, Zempel e de Mey, 1729

 SCENA IV
 
 MASSIMO e FULVIA
 
 FULVIA
 E puoi d'un tuo delitto
 Ezio incolpar? Chi ti consiglia, o padre?
 MASSIMO
 Folle! La sua ruina
 è riparo alla mia. Della vendetta
735mi agevola il sentier. S'ei resta oppresso
 non ha difesa Augusto. Or vedi quanto
 è necessaria a noi. Troppo maggiore
 d'un feminil talento
 questa cura saria. Lasciane il peso
740a chi di te più visse
 e più saggio è di te.
 FULVIA
                                      Dunque ti renda
 l'età più giusto ed il saper.
 MASSIMO
                                                   Se tento
 l'onor mio vendicar non sono ingiusto.
 E se lo fossi ancor presa è la via
745ed a ritrarne il piè tardi saria.
 FULVIA
 Non è mai troppo tardi onde si rieda
 per le vie di virtù. Torna innocente
 chi detesta l'error.
 MASSIMO
                                    Posso una volta
 ottener che non parli? Alfin che brami?
750Insegnar mi vorresti
 ciò che da me apprendesti? O vuoi ch'io serva
 al tuo debole amor? Fulvia raffrena
 i tuoi labri loquaci
 e in avvenir non irritarmi e taci.
 FULVIA
755Ch'io taccia e non t'irriti allor che veggio
 il monarca assallito,
 te reo del gran misfatto, Ezio tradito?
 Lo toleri chi può, d'ogni rispetto
 o mi disciogli o quando
760rispettosa mi vuoi, cangia il commando.
 MASSIMO
 Ah perfida! Conosco
 che vuoi sacrificarmi al tuo desio.
 Va'; dell'affetto mio,
 che nulla ti nascose, empia t'abusa
765e per salvar l'amante il padre accusa.
 
    Va' dal furor portata,
 palesa il tradimento;
 ma ti sovvenga ingrata
 il traditor qual è.
 
770   Scopri la frode ordita;
 ma pensa in quel momento
 ch'io ti donai la vita,
 che tu la togli a me. (Parte)