L’Ezio, Venezia, Bettinelli, 1733

 SCENA X
 
 EZIO e poi FULVIA
 
 EZIO
 Vedrem se ardisce ancora
 d'opporsi all'amor mio.
 FULVIA
                                             Ti leggo in volto,
540Ezio, l'ire del cor. Forse ad Augusto
 ragionasti di me?
 EZIO
                                   Sì, ma celai
 a lui che m'ami, onde temer non dei.
 FULVIA
 Che disse alla richiesta? E che rispose?
 EZIO
 Non cedé, non s'oppose,
545si turbò, me ne avvidi a qualche segno,
 ma non osò di palesar lo sdegno.
 FULVIA
 Questo è il peggior presagio. A vendicarsi
 cauto le vie disegna
 chi ha ragion di sdegnarsi e non si sdegna.
 EZIO
550Troppo timida sei.