L’Ezio, Venezia, Bettinelli, 1733

 SCENA XII
 
 ONORIA e FULVIA
 
 FULVIA
585A Cesare nascondi,
 Onoria, i suoi trasporti. Ezio è fedele.
 Parla così da disperato amante.
 ONORIA
 Mostri, Fulvia, al sembiante
 troppa pietà per lui, troppo timore;
590fosse mai la pietà segno d'amore?
 FULVIA
 Principessa m'offendi. Assai conosco
 a chi deggio l'affetto.
 ONORIA
 Non ti sdegnar così, questo è un sospetto.
 FULVIA
 Se prestar si dovesse
595tanta fede ai sospetti, Onoria ancora
 dubitar ne faria. Da' sdegni tuoi
 come soffri un rifiuto anch'io m'avvedo;
 dovrei crederti amante; e pur nol credo.
 ONORIA
 Anch'io quando m'oltraggi
600con un sospetto al fasto mio nemico,
 dovrei dirti arrogante; e pur nol dico.
 
    Ancor non premi il soglio
 e già nel tuo sembiante
 sollecito l'orgoglio
605comincia a comparir.
 
    Così tu mi rammenti
 che i fortunati eventi
 son più d'ogni sventura
 difficili a soffrir. (Parte)