L’Ezio, Venezia, Bettinelli, 1733

 SCENA IX
 
  Galleria di statue e specchi con sedili intorno, fra’ quali uno innanzi dalla mano destra capace di due persone, gran balcone aperto in prospetto, dal quale vista di Roma.
 
 ONORIA e MASSIMO
 
 ONORIA
 Massimo, anch'io lo veggo, ogni ragione
900Ezio condanna. Egli è rival d'Augusto,
 al suo merto, al suo nome
 crede il mondo soggetto; e poi che giova
 mendicarne argomenti? Io stessa intesi
 le sue minacce, ecco l'effetto. E pure
905incredulo il mio core
 reo non sa figurarlo e traditore.
 MASSIMO
 O virtù senza pari! È questo invero
 eccesso di clemenza. E chi dovrebbe
 più di te condannarlo? Ei ti disprezza,
910ricusa quella mano
 contesa dai monarchi. Ogni altra avria...
 ONORIA
 Ah dell'ingiuria mia
 non ragionarmi più. Quella mi punse
 nel più vivo del cor. Superbo! Ingrato!
915Allor che mel rammento,
 tutto il sangue agitar, Massimo, io sento.
 Non già però ch'io l'ami o che mi spiaccia
 di non essergli sposa; il grado offeso...
 la gloria... l'onor mio...
920son le cagioni...
 MASSIMO
                               Eh lo conosco anch'io;
 ma nol conosce ogniun. Sai che si crede
 più l'altrui debolezza
 che la virtude altrui. La tua clemenza
 può comparire amor. Questo sospetto
925solo con vendicarti
 puoi dileguar. Non abborrire alfine
 una giusta vendetta;
 tanta clemenza a nuovi oltraggi alletta.
 ONORIA
 Le mie private offese ora non sono
930la maggior cura. Esaminar conviene
 del germano i perigli. Ezio s'ascolti,
 si trovi il reo, potrebbe
 esser egli innocente.
 MASSIMO
                                        È vero, e poi
 potrebbe anche pentirsi,
935la tua destra accettar...
 ONORIA
                                            La destra mia!
 Eh non tanto sé stessa Onoria obblia.
 Se fosse quel superbo
 anche signor dell'universo intero,
 non mi speri ottener, mai non fia vero.
 MASSIMO
940Or ve' com'è ciascuno
 facile a lusingarsi! E pur ei dice
 che ha in pugno il tuo voler, che tu l'adori,
 che a suo piacer dispone
 d'Onoria innamorata,
945che s'ei vuol basta un guardo e sei placata.
 ONORIA
 Temerario! Ah non voglio
 che lungamente il creda; al primo sposo
 che suddito non sia saprò donarmi.
 Ei vedrà se mancarmi
950possan regni e corone
 e s'ei d'Onoria a suo piacer dispone. (In atto di partire)