Ezio, Parigi, Quillau, 1755

 SCENA XII
 
 ONORIA e FULVIA
 
 FULVIA
 A Cesare nascondi,
585Onoria, i suoi trasporti. Ezio è fedele.
 Parla così da disperato amante.
 ONORIA
 Mostri, Fulvia, al sembiante
 troppa pietà per lui, troppo timore.
 Fosse mai la pietà segno d'amore?
 FULVIA
590Principessa, m'offendi. Assai conosco
 a chi deggio l'affetto.
 ONORIA
 Non ti sdegnar così, questo è un sospetto.
 FULVIA
 Se prestar si dovesse
 tanta fede ai sospetti, Onoria ancora
595dubitar ne faria. Da' sdegni tuoi
 come soffri un rifiuto anch'io m'avvedo;
 dovrei crederti amante; e pur nol credo.
 ONORIA
 Anch'io, quando m'oltraggi
 con un sospetto al fasto mio nemico,
600dovrei dirti arrogante; e pur nol dico.
 
    Ancor non premi il soglio
 e già nel tuo sembiante
 sollecito l'orgoglio
 comincia a comparir.
 
605   Così tu mi rammenti
 che i fortunati eventi
 son più d'ogni sventura
 difficili a soffrir. (Parte)