Didone abbandonata, Madrid, Mojados, 1752

 SCENA V
 
 ENEA con seguito di troiani e detti. Uscendo Enea fuggono i mori e lasciano legato OSMIDA
 
 ENEA
 Siam tutti alfin raccolti? Alcun non manca
 de' dispersi compagni? E ben si tronchi
 ogni dimora alfin; sereno è il cielo;
1075l'aure e l'onde son chiare;
 alle navi, alle navi, al mare, al mare.
 OSMIDA
 Invitto eroe!
 ENEA
                          Che avvenne!
 OSMIDA
                                                     In questo stato
 Iarba il barbaro re...
 ENEA
                                        Comprendo. Amici
 si ponga Osmida in libertà. L'indegno (I troiani vanno a sciogliere Osmida)
1080da chi men può sperarlo abbia soccorso
 ed apprenda virtù dal suo rimorso.
 OSMIDA
 Ah lascia eroe pietoso (S’inginocchia)
 che grato a sì gran don...
 ENEA
                                               Sorgi; ed altrove
 rivolgi i passi tuoi.
 OSMIDA
1085Grato a virtù sì rara...
 ENEA
 Se grato esser mi vuoi,
 ad esser fido un'altra volta impara.
 OSMIDA
 
    Quando l'onda che nasce dal monte
 al suo fonte ritorni dal prato
1090sarò ingrato a sì bella pietà.
 
    Fia del giorno la notte più chiara,
 se a scordarsi quest'anima impara
 di quel braccio che vita mi dà. (Parte)