Ezio, Parigi, Quillau, 1755

 SCENA IX
 
  Galleria di statue e specchi con sedili intorno, fra’ quali uno innanzi dalla mano destra capace di due persone. Gran balcone aperto in prospetto, dal quale vista di Roma.
 
 ONORIA e MASSIMO
 
 ONORIA
 Massimo, anch'io lo veggo, ogni ragione
 Ezio condanna. Egli è rival d'Augusto;
900al suo merto, al suo nome
 crede il mondo sogetto; e poi che giova
 mendicarne argomenti? Io stessa intesi
 le sue minacce, ecco l'effetto. E pure
 incredulo il mio core
905reo non sa figurarlo e traditore.
 MASSIMO
 Oh virtù senza pari! È questo invero
 eccesso di clemenza. E chi dovrebbe
 più di te condannarlo? Ei ti disprezza,
 ricusa quella mano
910contesa dai monarchi. Ogni altra avria...
 ONORIA
 Ah dell'ingiuria mia
 non ragionarmi più. Quella mi punse
 nel più vivo del cor. Superbo! Ingrato!
 Allor che mel rammento,
915tutto il sangue agitar, Massimo, io sento.
 Non già però ch'io l'ami o che mi spiaccia
 di non essergli sposa. Il grado offeso...
 la gloria... l'onor mio...
 son le cagioni...
 MASSIMO
                               Eh lo conosco anch'io;
920ma nol conosce ognun. Sai che si crede
 più l'altrui debolezza
 che la virtude altrui. La tua clemenza
 può comparire amor. Questo sospetto
 solo con vendicarti
925puoi dileguar. Non abborrire alfine
 una giusta vendetta;
 tanta clemenza a nuovi oltraggi alletta.
 ONORIA
 Le mie private offese ora non sono
 la maggior cura. Esaminar conviene
930del germano i perigli. Ezio s'ascolti,
 si trovi il reo; potrebbe
 esser egli innocente.
 MASSIMO
                                        È vero, e poi
 potrebbe anche pentirsi,
 la tua destra accettar...
 ONORIA
                                            La destra mia!
935Eh non tanto sé stessa Onoria oblia.
 Se fosse quel superbo
 anche signor dell'universo intero,
 non mi speri ottener; mai non fia vero.
 MASSIMO
 Or ve' com'è ciascuno
940facile a lusingarsi! E pure ei dice
 che ha in pugno il tuo voler, che tu l'adori,
 che a suo piacer dispone
 d'Onoria innamorata,
 che s'ei vuol basta un sguardo e sei placata.
 ONORIA
945Temerario! Ah non voglio
 che lungamente il creda; al primo sposo
 che suddito non sia saprò donarmi.
 Ei vedrà se mancarmi
 possan regni e corone,
950e s'ei d'Onoria a suo piacer dispone. (In atto di partire)