Ezio, Torino, Reale, 1757

 SCENA PRIMA
 
  Orti palatini corrispondenti agli appartamenti imperiali con viali, spalliere di fiori e fontane continuate; in fondo caduta d’acque e innanzi grotteschi e statue.
 
 MASSIMO e poi FULVIA
 
 MASSIMO
 Qual silenzio è mai questo! È tutto in pace
 l'imperiale albergo; in Oriente
 rosseggia il nuovo giorno;
 e pur ancor d'intorno
630suon di voci non odo, alcun non miro.
 Dovrebbe pure Emilio
 aver compito il colpo. Ei mi promise
 nel tiranno punir tutti i miei torti
 e pigro...
 FULVIA
                    Ah genitor!
 MASSIMO
                                           Figlia, che porti?
 FULVIA
635Che mai facesti?
 MASSIMO
                                  Io nulla feci.
 FULVIA
                                                           Oh dio!
 Fu Cesare assalito. Io già comprendo
 donde nasce il pensier. Padre, tu sei
 che spingi a vendicarti
 la man che l'assalì.
 MASSIMO
640Ma Cesare morì?
 FULVIA
                                   Pensa a salvarti.
 Già di guerrieri e d'armi
 tutto il soggiorno è cinto.
 MASSIMO
 Dimmi se vive o se rimase estinto.
 FULVIA
 Nol so; nulla di certo
645compresi nel timor.
 MASSIMO
                                       Sei pur codarda.
 Vado a chiederlo io stesso. (In atto di partire, s’incontra in Valentiniano)