Ezio, Torino, Reale, 1757

 SCENA ULTIMA
 
 EZIO e VARO con ispade nude, popolo e soldati, indi ONORIA e detti
 
 EZIO e VARO
                               Cesare viva.
 FULVIA
1720Ezio!
 VALENTINIANO
             Che veggo!
 MASSIMO
                                    Oh sorte! (Getta la spada)
 ONORIA
                                                        È salvo Augusto?
 VALENTINIANO
 Vedi chi mi salvò. (Accenna Ezio)
 ONORIA
                                     Duce, qual nume
 ebbe cura di te? (Ad Ezio)
 EZIO
                                  Di Varo amico
 il zelo e la pietà.
 VALENTINIANO
                                Come?
 VARO
                                                Eseguita
 finsi di lui la morte. Io t'ingannai;
1725ma in Ezio il tuo liberator serbai.
 FULVIA
 Provvida infedeltà!
 EZIO
                                      Permette il cielo
 che tu debba i tuoi giorni,
 Cesare, a questa mano
 che credesti infedel. Vivi; io non curo
1730maggior trionfo; e se ti resta ancora
 per me qualche dubbiezza in mente accolta,
 eccomi prigioniero un'altra volta.
 VALENTINIANO
 Anima grande, eguale
 solamente a te stessa! In questo seno
1735della mia tenerezza,
 del pentimento mio ricevi un pegno.
 Eccoti la tua sposa. Onoria al nodo
 d'Attila si prepari; io so che lieta
 la tua man generosa a Fulvia cede.
 ONORIA
1740È poco il sacrifizio a tanta fede.
 EZIO
 Oh contento!
 FULVIA
                           Oh piacer!
 EZIO
                                                 Concedi, Augusto,
 la salvezza di Varo,
 di Massimo la vita ai nostri prieghi.
 VALENTINIANO
 A tanto intercessor nulla si nieghi.
 CORO
 
1745   Della vita nel dubbio cammino
 si smarrisce l'umano pensier.
 
    L'innocenza è quell'astro divino
 che rischiara fra l'ombre il sentier.
 
 IL FINE