Didone abbandonata, Madrid, Mojados, 1752

 SCENA XVIII
 
 DIDONE, SELENE e OSMIDA
 
 OSMIDA
 Cedi a Iarba, o Didone.
 SELENE
1315Conserva con la tua la nostra vita.
 DIDONE
 Solo per vendicarmi
 del traditor Enea,
 ch'è la prima cagion de' mali miei,
 l'aure vitali io respirar vorrei.
1320Ah faccia il vento almeno,
 facciano almen gli dei le mie vendette.
 E folgori e saette
 e turbini e tempeste
 rendano l'aure e l'onde a lui funeste.
1325Vada ramingo e solo e la sua sorte
 così barbara sia
 che si riduca ad invidiar la mia.
 SELENE
 Deh modera il tuo sdegno, anch'io l'adoro
 e soffro il mio tormento.
 DIDONE
                                               Adori Enea?
 SELENE
1330Sì, ma per tua cagion...
 DIDONE
                                             Ah disleale,
 tu rivale al mio amor?
 SELENE
                                           Se fui rivale
 ragion non hai...
 DIDONE
                                 Dagli occhi miei t'invola,
 non accrescer più pene
 ad un cor disperato.
 SELENE
1335(Misera donna, ove la guida il fato). (Parte)