Didone abandonata, Napoli, Ricciardo, 1724

 SCENA XIII
 
 IARBA e ARASPE
 
 ARASPE
 Dove corri o signore?
 IARBA
 Il rivale a svenar.
 ARASPE
                                   Come lo speri?
 Ancora i tuoi guerrieri
 il tuo voler non sanno.
 IARBA
410Dove forza non val giunga l'inganno.
 ARASPE
 E vuoi la tua vendetta
 con la taccia comprar di traditore!
 IARBA
 Araspe, il mio favore
 troppo ardito ti fe'; più franco all'opre
415e men pronto ai consigli io ti vorrei.
 Chi son io ti rammenta e chi tu sei.
 
    Son quel fiume che gonfio d'umori,
 quando il gielo si scioglie in torrenti,
 selve, armenti, capanne e pastori
420porta seco e ritegno non ha.
 
    Se si vede fra gli argini stretto
 sdegna il letto, confonde le sponde
 e superbo fremendo sen va. (Parte)