Semiramide riconosciuta, Venezia, Buonarigo, 1729

 SCENA II
 
 SEMIRAMIDE, TAMIRI, MIRTEO, SCITALCE seguiti da paggi, cavalieri e detti
 
 SEMIRAMIDE
 Ecco il luogo o Tamiri
 ove gli altrui sospiri
 attendono da te premio e mercede.
 (Io tremo e fingo).
 TAMIRI
                                     Ogni misura eccede
650la real pompa e nella regia assira
 non s'introdusse mai
 con più fasto il piacer.
 MIRTEO
                                           Qui la tua cura
 del ricco Gange e dell'eoe maremme
 i tesori e le gemme
655tutte adunò.
 SCITALCE
                          Da mille faci e mille
 vinta è la notte e ripercosso intorno
 fiammeggia oltre il costume
 fra l'ostro e l'or multiplicato il lume.
 SEMIRAMIDE
 Scitalce, al nuovo sposo
660io preparai la fortunata stanza
 pegno dell'amor mio.
 SCITALCE
                                          (Finge costanza).
 Ah se quello foss'io
 chi più di me saria felice?
 SEMIRAMIDE
                                                  (Ingrato).
 IRCANO
 Come mai del tuo fato (A Scitalce)
665puoi dubitar? Saggia è Tamiri e vede
 che il più degno tu sei.
 MIRTEO
                                            Che ascolto! Ircano
 chi mai ti rese umano?
 Dov'è il tuo foco e l'impeto natio?
 IRCANO
 Comincio amico ad erudirmi anch'io.
 TAMIRI
670Così mi piaci.
 MIRTEO
                             È molto.
 SCITALCE
                                               Io non intendo
 se da senno o per gioco (A Semiramide e a Tamiri)
 parla così.
 IRCANO
                      (M'intenderai fra poco).
 SEMIRAMIDE
 Più non si tardi, ognun la mensa onori. (Doppo seduta nel mezzo Semiramide, siedono alla destra di lei Tamiri e poi Scitalce, alla sinistra Mirteo e poi Ircano. Sibari in piedi appresso Ircano. Intanto sinfonia)
 In lucido cristallo aureo liquore
675Sibari a me si rechi.
 SIBARI
                                        (Ardir mio core). (Va a prender la tazza)
 IRCANO
 (Il colpo è già vicino).
 MIRTEO
                                          Oh dio s'appressa
 il momento funesto.
 TAMIRI
 Che gioia!
 SCITALCE
                      Che sarà!
 SEMIRAMIDE
                                          Che punto è questo!
 SIBARI
 Compito è il cenno. (Sibari posa la sottocoppa con la tazza avanti a Semiramide e va a lato d’Ircano)
 SEMIRAMIDE
                                       Or prendi
680Tamiri e scegli. Il sospirato dono (Dà la tazza a Tamiri)
 presenta a chi ti piace
 e goda quegli il grand'acquisto in pace.
 TAMIRI
 Il dubbio o prenci in cui finor m'involse
 l'eguaglianza de' merti
685discioglie il genio e non offende alcuno
 se al talamo ed al trono
 l'un o l'altro solleva.
 Ecco lo sposo e il re; Scitalce beva. (Tamiri posa la tazza avanti Scitalce)
 SEMIRAMIDE
 Io lo previdi.
 MIRTEO
                           Oh sorte!
 SCITALCE
690(Ah qual impegno!)
 SIBARI
                                       (Or s'avvicina a morte).
 IRCANO
 Via Scitalce, che tardi? Il re tu sei.
 SCITALCE
 (E deggio in faccia a lei
 annodarmi a Tamiri!)
 TAMIRI
 Egli è dubbioso ancora. (A Semiramide)
 SEMIRAMIDE
695Alfin risolvi.
 SCITALCE
                          E Nino
 lo comanda a Scitalce?
 SEMIRAMIDE
                                            Io non comando,
 fa' il tuo dover.
 SCITALCE
                               Sì lo farò. (L'ingrata
 si punisca così). D'ogn'altro amore
 mi scordo in questo punto... Ah non ho core. (Volendo bere e poi s’arresta)
700Porgi a più degno oggetto
 il dono o principessa, io non l'accetto. (Posa la tazza)
 TAMIRI
 Come!
 SIBARI
                (O sventura!)
 IRCANO
                                           E lei ricusi, allora
 che al regno ti destina?
 Non s'offende in tal guisa una regina. (A Scitalce)
 SEMIRAMIDE
705Qual cura hai tu, se accetta
 o se rifiuta il dono? (Ad Ircano)
 MIRTEO
 Lascialo in pace.
 IRCANO
                                 Io sono
 difensor di Tamiri; e tu non devi
 la tazza ricusar, prendila e bevi. (A Scitalce)
 TAMIRI
710Principe invan ti sdegni; ei col rifiuto
 non me, sé stesso offende (Ad Ircano)
 e al demerito suo giustizia rende.
 IRCANO
 No no, voglio ch'ei beva.
 TAMIRI
                                               Eh taci. Intanto
 per degno premio al tuo cortese ardire
715l'offerta di mia mano
 ricevi tu con più giustizia Ircano.
 IRCANO
 Io!
 TAMIRI
         Sì. Con questo dono (Prende la tazza per darla ad Ircano)
 te destino al mio trono, all'amor mio.
 IRCANO
 (Sibari che farò?) (Piano a Sibari)
 SIBARI
                                     (Mi perdo anch'io). (Piano ad Ircano)
 TAMIRI
720Perché taci così? Forse tu ancora
 vuoi ricusarmi?
 IRCANO
                                No, non ti ricuso;
 penso... Vorrei... Ma temo... (Io son confuso).
 SEMIRAMIDE
 Principe tu non devi
 un momento pensar, prendila e bevi. (Ad Ircano)
725Troppo il rispetto offendi
 a Tamiri dovuto.
 MIRTEO
 Ma parla.
 TAMIRI
                     Ma risolvi.
 IRCANO
                                           Ho risoluto. (S’alza e prende la tazza)
 Vada la tazza a terra. (Getta la tazza)
 SCITALCE
 E qual furore insano...
 IRCANO
730Così riceve un tuo rifiuto Ircano.
 TAMIRI
 Ah questo è troppo! Ognun disprezza il dono,
 dunque ridotta io sono
 a mendicar chi le mie nozze accetti?
 Forse per oltraggiarmi
735in Assiria veniste? O il mio sembiante
 è deforme a tal segno
 che a farlo tolerar non basti un regno?
 SEMIRAMIDE
 È giusta l'ira tua.
 MIRTEO
                                  Dell'amor mio
 dovresti o principessa...
 TAMIRI
                                              Alcun d'amore
740più non mi parli. Io sono offesa e voglio
 punito l'offensor. Scitalce mora.
 Ei col primo rifiuto
 il mio dono avvilì. Chi sua mi brama
 a lui trafigga il petto,
745venga tinto di sangue ed io l'accetto.
 
    Tu mi disprezzi ingrato (A Scitalce)
 ma non andarne altero;
 trema d'aver mirato
 superbo il mio rossor.
 
750   Chi vuol di me l'impero
 passi quel core indegno.
 Voglio che sia lo sdegno
 foriero dell'amor.