Semiramide riconosciuta, Venezia, Buonarigo, 1729

 SCENA III
 
 SEMIRAMIDE, SCITALCE, MIRTEO, IRCANO e SIBARI
 
 SEMIRAMIDE
 (Il mio bene è in periglio
755per essermi fedel).
 IRCANO
                                      Scitalce andiamo.
 All'offesa Tamiri
 il dono offrir della tua testa io voglio.
 SCITALCE
 Vengo e di tanto orgoglio
 arrossir ti farò.
 SEMIRAMIDE
                               (Stelle, che fia!) (Scitalce in atto di partire seguito da Ircano)
 MIRTEO
760Arrestatevi olà, l'impresa è mia.
 IRCANO
 Io primiero al cimento
 chiamai Scitalce.
 MIRTEO
                                  Io difensor più giusto
 son di Tamiri.
 IRCANO
                             Ella di te non cura
 né mai ti scelse.
 MIRTEO
                                Ella ti sdegna, offesa
765dal tuo rifiuto.
 IRCANO
                              E tu pretendi?...
 MIRTEO
                                                              E vuoi?...
 SCITALCE
 Tacete, è vano il contrastar fra voi.
 A vendicar Tamiri
 venga Ircano, Mirteo, venga uno stuolo,
 solo io sarò né mi sgomento io solo.
 SEMIRAMIDE
770Fermati (oh dio).
 SCITALCE
                                   Che chiedi?
 SEMIRAMIDE
                                                           In questa regia
 sugl'occhi miei Tamiri
 il rifiuto soffrì; prima d'ogn'altro
 io son l'offeso e pria d'ogn'altro io voglio
 l'oltraggio vendicar; qui prigioniero
775resti Scitalce e qui deponga il brando.
 Sibari sia tuo peso
 la custodia del reo.
 SCITALCE
                                     Come?
 SIBARI
                                                     Che intendo!
 SEMIRAMIDE
 (Così non mi paleso e lo difendo).
 SCITALCE
 Ch'io ceda il brando mio?
 SEMIRAMIDE
780Non più, così comando, il re son io.
 SCITALCE
 Così comandi e parli
 a Scitalce così? Colpa sì grande
 ti sembra il mio rifiuto? Ah troppo insulti
 la sofferenza mia, qui potrei farti
785forse arrossire.
 SEMIRAMIDE
                               Olà t'accheta e parti.
 SCITALCE
 Ma qual perfidia è questa! Ove mi trovo!
 Nella regia d'Assiria o fra i deserti
 dell'inospita Libia! Udiste mai
 che fosse più fallace
790il Moro infido o l'Arabo rapace?
 No no; l'arabo, il moro
 han più idea di dovere,
 han più fede tra loro anche le fiere.
 
    Voi che le mie vicende,
795voi che i miei torti udite
 fuggite, sì fuggite.
 Qui legge non s'intende, (Ad Ircano)
 qui fedeltà non v'è. (A Mirteo)
 
    E puoi tiranno, e puoi
800senza rossor mirarmi? (A Semiramide)
 Qual fede avrà per voi
 chi non la serba a me?