Semiramide riconosciuta, Venezia, Buonarigo, 1729

 SCENA IV
 
 SEMIRAMIDE, IRCANO e MIRTEO
 
 SEMIRAMIDE
 (Conoscerai fra poco
 che son pietosa e non crudel).
 MIRTEO
                                                        Perdona
805signor s'io troppo ardisco. Il tuo comando
 Scitalce a un punto e la mia speme oltraggia.
 IRCANO
 Perché mi si contende
 il trionfar di lui?
 SEMIRAMIDE
                                  Chi mai t'intende!
 Or Tamiri non curi ed or la brami?
 MIRTEO
810Ma tu l'ami o non l'ami?
 IRCANO
 Nol so.
 SEMIRAMIDE
                Se amavi allor, come in te nacque
 d'un rifiuto il desio?
 IRCANO
                                        Così mi piacque.
 MIRTEO
 Se ti piacque così, perché la pace
 or mi vieni a turbar?
 IRCANO
                                         Così mi piace.
 MIRTEO
815Strano piacer, dell'amor mio ti fai
 rivale Ircano ed il perché non sai.
 IRCANO
 Quante richieste! Alfine
 che vorreste da me?
 SEMIRAMIDE
                                        Da te vorrei
 ragion dell'opre tue.
 MIRTEO
                                        Saper desio
820qual core in seno ascondi.
 SEMIRAMIDE
 Spiegati.
 MIRTEO
                    Non tacer.
 SEMIRAMIDE
                                         Parla.
 MIRTEO
                                                      Rispondi.
 IRCANO
 
    Saper bramate
 tutto il mio core?
 Non vi sdegnate
825lo spiegherò.
 
    Mi dà diletto
 l'altrui dolore,
 perciò d'affetto
 cangiando vo.
 
830   Il genio è strano,
 lo veggo anch'io.
 Ma tento invano
 cangiar desio;
 l'istesso Ircano
835sempre sarò.