Semiramide riconosciuta, Venezia, Buonarigo, 1729

 SCENA XII
 
 SEMIRAMIDE, poi SCITALCE senza spada
 
 SEMIRAMIDE
 S'avanzi il prigionier. Mi balza in petto
 impaziente il cor. Più non poss'io
 coll'idol mio dissimular l'affetto.
 SCITALCE
 Eccomi, che si chiede? A nuovi oltraggi
1065vuoi forse espormi? O di mia morte è l'ora?
 SEMIRAMIDE
 E come hai cor di tormentarmi ancora?
 Deh non fingiamo più. Dimmi che vive
 nel petto di Scitalce il cor d'Idreno.
 Io ti dirò che in seno
1070vive del finto Nino
 Semiramide tua, che per salvarti
 ti resi prigionier, ch'io fui l'istessa
 sempre per te, che ancor l'istessa io sono.
 Torna torna ad amarmi e ti perdono.
 SCITALCE
1075Mi perdoni! E qual fallo?
 Forse i tuoi tradimenti?
 SEMIRAMIDE
                                               O stelle! O dei!
 I tradimenti miei! Dirlo tu puoi?
 Tu puoi pensarlo?
 SCITALCE
                                    Udite. Ella s'offende
 come mai non avesse
1080tentato il mio morir, com'io veduto
 non avessi il rival, come se alcuno
 non m'avesse avvertito il mio periglio.
 Rivolgi altrove o menzognera il ciglio.
 SEMIRAMIDE
 Che sento! E chi t'indusse
1085a credermi sì rea?
 SCITALCE
                                    So che ti spiacque,
 la tua frode svanì. Dell'innocenza
 i numi ebber pietà.
 SEMIRAMIDE
                                       Que' numi istessi,
 se v'è giustizia in cielo,
 dell'innocenza mia facciano fede.
1090Io tradir l'idol mio! Tu fosti e sei
 luce degl'occhi miei,
 del mio tenero cor tutta la cura.
 Ah se il mio labro mente
 di nuovo ingiustamente
1095come già fece Idreno
 torni Scitalce a trapassarmi il seno.
 SCITALCE
 Tu vorresti sedurmi; un'altra volta
 perfida m'ingannasti;
 trionfane e ti basti.
1100Più le lagrime tue forza non hanno.
 SEMIRAMIDE
 Invero è un grand'inganno
 a uno straniero in braccio
 sé stessa abbandonar, lasciar per lui
 la patria, il genitore.
1105Se questo è inganno, e qual sarà l'amore?
 SCITALCE
 Eh ti conosco.
 SEMIRAMIDE
                            E mi deride! Udite
 se mostra de' suoi falli alcun rimorso?
 Io priego, egli m'insulta,
 io tutta umile, egli di sdegno acceso,
1110la colpevole io sembro ed ei l'offeso.
 SCITALCE
 No no, la colpa è mia; purtroppo io sento
 rimorsi al cor ma sai di che? Di un colpo
 che lieve fu, che non t'uccise allora.
 SEMIRAMIDE
 Barbaro non dolerti, hai tempo ancora.
1115Eccoti il ferro mio, da te non cerco
 difendermi o crudel; saziati, impiaga,
 passami il cor, già la tua mano apprese
 del ferirmi le vie. Mira, son queste
 l'orme del tuo furor; ti volgi altrove?
1120Riconoscile ingrato e poi mi svena.
 SCITALCE
 Va', non ti credo.
 SEMIRAMIDE
                                  O crudeltade! O pena!
 
    Tradita, sprezzata
 che piango? che parlo!
 se pieno d'orgoglio (Da sé)
1125non crede il dolor.
 
    Che possa provarlo
 quell'anima ingrata, (A Scitalce)
 quel petto di scoglio,
 quel barbaro cor!
 
1130   Sentirsi morire
 dolente e perduta! (Da sé)
 Trovarsi innocente!
 Non esser creduta!
 Chi giunge a soffrire
1135tormento maggior?