Semiramide riconosciuta, Venezia, Buonarigo, 1729

 SCENA XIII
 
 SCITALCE
 
 SCITALCE
 Partì l'infida e mi lasciò nel seno
 un tumulto d'affetti
 fra lor nemici. Il suo dolor mi spiace,
 la sua colpa abborisco; e il core intanto
1140di rabbia freme, e di pietà sospira.
 E mi si desta il pianto in mezzo all'ira.
 Così fra i dubbi miei
 son crudo a me, non son pietoso a lei.
 
    Passaggier, che su la sponda
1145sta del naufrago naviglio,
 or al legno ed or all'onda
 fissa il guardo e gira il ciglio.
 Teme il mar, teme l'arene,
 vuol gittarsi e si trattiene
1150e risolversi non sa.
 
    Pur la vita e lo spavento
 perde alfin nel mar turbato.
 Quel momento fortunato
 quando mai per me verrà!
 
 Fine dell’atto secondo