Semiramide riconosciuta, Venezia, Buonarigo, 1729

 SCENA V
 
 SIBARI
 
 SIBARI
 Quell'ira ch'io destai
 inutile non è. Scitalce estinto
 dal dubbio mi difende
1270ch'ei palesi il mio foglio
 e di lei che m'accende
 un inciampo mi toglie al letto e al soglio.
 So che questa lusinga
 di delitto in delitto ognor mi guida
1275ma il rimorso a che giova!
 Doppo un error commesso
 necessario si rende ogn'altro eccesso.
 
    Quando un fallo è strada al regno
 non produce alcun rossore,
1280son del trono allo splendore
 nomi vani onore e fé.
 
    Se accoppiar l'incauto ingegno
 la virtù spera all'errore
 non adempie alcun disegno,
1285non è giusto e reo non è.