Semiramide riconosciuta, Venezia, Buonarigo, 1729

 SCENA VIII
 
 SCITALCE, poi TAMIRI
 
 SCITALCE
 E può con tanto fasto
1410simular fedeltà! Sogno o son desto!
 Io non m'inganno, è questo
 pur di Sibari il foglio. «Amico Idreno (Cava il foglio e legge)
 ad altro amante in seno
 Semiramide tua...» Folle a che giova
1415de' suoi falli la prova
 da un foglio mendicar, se agl'occhi miei
 scoperse il cielo i tradimenti rei?
 Ah si scacci dal petto
 la tirannia d'un vergognoso affetto. (S’incontra in Tamiri)
 TAMIRI
1420Prence con chi t'adiri?
 SCITALCE
 Alfin bella Tamiri
 m'avveggo dell'error. Teco un ingrato
 so che finora io fui ma più nol sono;
 concedimi, io lo chiedo, il tuo perdono.
 TAMIRI
1425(Nino parlò per me). Senti, Scitalce.
 S'io ti credessi appieno
 tutto mi scorderei; ma in te sospetto
 di qualche ardor primiero
 viva la fiamma ancor.
 SCITALCE
                                          No, non è vero.
 TAMIRI
1430Chi diverso ti rese?
 SCITALCE
 Nino fu che m'accese
 d'amor per te, mi liberò, mi sciolse,
 mi fe' arrossir d'ogn'altro laccio antico.
 TAMIRI
 (Quanto fa la pietà d'un vero amico!)
1435Finger tu puoi; non crederò se pria
 la tua destra non stringo.
 SCITALCE
 Ecco la destra mia, vedi se fingo.
 TAMIRI
 Sì, lo sdegno detesto.
 Prendi. (Nell’atto che vuol dargli la mano esce)