Semiramide riconosciuta, Venezia, Buonarigo, 1729

 SCENA ULTIMA
 
 TAMIRI e detti
 
 TAMIRI
 Mirteo, Scitalce, oh dio
 fermatevi, che fate?
1545È inutile la pugna. Io la richiesi,
 io più non la desio.
 MIRTEO
                                      Se a te non piace,
 è necessaria a me; vendico i miei,
 non i tuoi torti. È un traditor costui,
 mentisce il nome, egli si appella Idreno,
1550egli la mia germana
 dall'Egitto rapì.
 SIBARI
                                (Stelle che fia!)
 SCITALCE
 Saprò, qualunque io sia...
 SEMIRAMIDE
                                                 Mirteo t'inganni.
 Io conosco Scitalce,
 quell'Idreno non è.
 MIRTEO
                                      L'ascondi invano.
1555Nella regia d'Egitto
 Sibari lo conobbe, egli l'afferma.
 SIBARI
 (Ahimè).
 SCITALCE
                     Tu mi tradisci (A Sibari)
 perfido amico? È ver, mi finsi Idreno, (A Mirteo)
 t'involai la germana.
 MIRTEO
                                        Ove si trova
1560Semiramide rea? Parla? Rispondi
 pria ch'io versi il tuo sangue.
 SEMIRAMIDE
                                                       (Oh dio mi scopre!)
 SCITALCE
 Nol so, con questa mano
 il petto le passai
 e fra l'onde del Nilo io la gittai.
 TAMIRI
1565Che crudeltà!
 IRCANO
                            Che ascolto!
 MIRTEO
                                                    A tanto eccesso
 empio giungesti?
 SCITALCE
                                   In questo foglio vedi
 s'ella fu, s'io son reo. (Cava il foglio e lo dà a Mirteo)
 Sibari lo vergò, leggi Mirteo.
 SIBARI
 (Tremo).
 SEMIRAMIDE
                    (Che foglio è quello!)
 MIRTEO
                                                            «Amico Idreno
1570ad altro amante in seno (Legge)
 Semiramide tua porti tu stesso.
 L'insidia è al Nilo appresso. Ella che brama
 solo esporti al periglio
 di doverla rapir, ti finge amore,
1575fugge con te ma col disegno infame
 di privarti di vita
 e poi trovarsi unita
 a quello a cui la stringe il genio antico.
 Vivi, ha di te pietà Sibari amico».
 SEMIRAMIDE
1580(Anima rea).
 SIBARI
                           (Che incontro!)
 SEMIRAMIDE
                                                          E tanto ardisti
 Sibari d'asserir? Di nuovo afferma
 s'è verace quel foglio o menzognero.
 Guardami.
 SIBARI
                        (Che dirò). Sì, tutto è vero.
 SEMIRAMIDE
 (O tradimento!)
 MIRTEO
                                 Appieno
1585Sibari io non t'intendo. In questo foglio
 tu di Scitalce amico
 l'avverti d'un periglio e poi ti sento
 accusarlo, irritarmi
 perch'ei rimanga oppresso.
1590Come! Amico e nemico
 di Scitalce si fa Sibari istesso?
 SIBARI
 Allor... (Mi perdo). Io non credea... Parlai...
 MIRTEO
 Perfido, ti confondi. Ah Nino è questi
 un traditor, dal labro suo si tragga
1595a forza il ver.
 SEMIRAMIDE
                           (Se qui a parlar l'astringo
 al popolo mi scopre). In chiuso loco
 costui si porti e sarà mia la cura
 che il tutto a me palesi.
 SIBARI
                                             In questa guisa
 Nino mi tratti? A che portarmi altrove?
1600Qui parlerò.
 SEMIRAMIDE
                          No, vanne; i detti tuoi
 solo ascoltar vogl'io.
 SCITALCE
 Perché?
 MIRTEO
                  Resti.
 IRCANO
                               Si senta.
 SIBARI
                                                 Udite.
 SEMIRAMIDE
                                                               (Oh dio).
 SIBARI
 Semiramide amai. Lo tacqui, intesi
 l'amor suo con Scitalce, a lei concessi
1605agio a fuggir. Quanto quel foglio afferma
 finsi per farla mia.
 SCITALCE
                                     Numi! Fingesti?
 Io pur con lei fuggendo
 vidi il rival, vidi gl'armati.
 SIBARI
                                                   Io fui
 che mal noto fra l'ombre
1610sul Nilo v'attendea. Volli assalirti
 vedendoti con lei
 ma fra l'ombre in un tratto io vi perdei.
 SCITALCE
 Ah perfido. (Che feci!)
 SIBARI
                                            Udite; ancora
 molto mi resta a dir.
 SEMIRAMIDE
                                        Sibari basta.
 IRCANO
1615No, pria si chiami autore
 de' falli apposti a me.
 SIBARI
                                          Tutti son miei.
 SEMIRAMIDE
 Basta, non più.
 SIBARI
                               No, non mi basta.
 SEMIRAMIDE
                                                                 (Oh dei!)
 SIBARI
 Giacché perduto io sono
 altri lieto non sia. Popoli a voi
1620scopro un inganno, aprite i lumi; ingombra
 una femina imbelle il vostro impero.
 SEMIRAMIDE
 Taci (è tempo d'ardir). Popoli è vero. (S’alza in piedi sul trono)
 Semiramide io son. Del figlio invece
 regnai finor ma per giovarvi. Io tolsi
1625del regno il freno ad una destra imbelle
 non atta a moderarlo; io vi difesi
 dal nemico furor; d'eccelse mura
 Babilonia adornai.
 Coll'armi io dilatai
1630i regni dell'Assiria. Assiria istessa
 dica per me se mi provò finora
 sotto spoglia fallace
 ardita in guerra e moderata in pace.
 Se sdegnate ubbidirmi, ecco depongo (Si cava e posa la corona sul trono)
1635il serto mio, non è lontano il figlio.
 Dalla regia vicina
 porti sul trono il piè.
 CORO
 
    Viva lieta e sia reina
 chi finor fu nostro re. (Semiramide si ripone in capo la corona)
 
 MIRTEO
1640Ah germana.
 SEMIRAMIDE
                           Ah Mirteo. (Semiramide scende dal trono e abbraccia Mirteo)
 SCITALCE
                                                 Perdono o cara.
 Son reo. (S’inginocchia)
 SEMIRAMIDE
                    Sorgi e t'assolva
 della mia destra il dono.
 SCITALCE
                                               Oh dio Tamiri,
 coll'idol mio sdegnato
 io ti promisi amor.
 TAMIRI
                                      Tolgano i numi
1645ch'io turbi un sì bel nodo. In questa mano
 ecco il premio Mirteo da te bramato.
 SCITALCE
 Anima generosa.
 MIRTEO
                                  O me beato.
 IRCANO
 Lasciatemi svenar Sibari e poi
 al Caucaso natio torno contento.
 SEMIRAMIDE
1650D'ogni esempio maggiori
 principe i casi miei vedi che sono.
 Sia maggior d'ogni esempio anche il perdono.
 CORO
 
    Donna illustre il ciel destina
 a te regni, imperi a te.
 
1655   Viva lieta e sia reina
 chi finor fu nostro re.
 
 IL FINE