Semiramide riconosciuta, Madrid, Mojados, 1753

 SCENA PRIMA
 
  Sala regia illuminata in tempo di notte. Varie credenze intorno con vasi trasparenti. Gran mensa imbandita nel mezzo con quattro sedili intorno ed una sedia in faccia.
 
 SIBARI e poi IRCANO con spada nuda
 
 SIBARI
 Ministri, al re sia noto
430che già pronta è la mensa. (E beva in questa (Parte una guardia)
 Scitalce la sua morte. È troppo il colpo
 necessario per me; scoprir potrebbe
 la sua voce, il mio scritto
 quanto Sibari un dì finse in Egitto).
435Dove signor? Qual ira
 t'arma la destra?
 IRCANO
                                  Io vo' Scitalce estinto.
 Additami dov'è.
 SIBARI
                                 Ma che pretendi?
 IRCANO
 In braccio alla sua sposa
 trafiggere il rival.
 SIBARI
                                   Taci, se brami
440vederlo estinto. Il tuo furor potrebbe
 scomporre il mio disegno.
 IRCANO
                                                  Io non t'intendo.
 Corro a svenarlo; e poi (In atto di partire)
 mi spiegherai l'arcan.
 SIBARI
                                           Senti. (Ah conviene
 tutto scoprir). Poss'io di te fidarmi?
 IRCANO
445Parla.
 SIBARI
              Per odio antico,
 Scitalce è mio nemico. Ed io... Ma taci?
 Preparai la sua morte.
 IRCANO
                                           E come?
 SIBARI
                                                             È certo
 che Scitalce è lo sposo. A lui Tamiri
 dovrà, come è costume,
450il primo nappo offrir. Per opra mia
 questo sarà d'atro veleno infetto.
 IRCANO
 Mi piace. E se m'inganni?
 SIBARI
                                                  Ecco il veleno. (Gli mostra un picciol vaso)
 Se nol porgo al rival passami il seno.
 IRCANO
 Saggio pensiero! Io tel confesso amico,
455te ne invidio l'onore.
 SIBARI
                                         Il re s'appressa.
 T'accheta.