La Didone abbandonata, Venezia, Bettinelli, 1733

 SCENA XIX
 
 ENEA
 
 ENEA
 E soffrirò che sia
570sì barbara mercede
 premio della tua fede anima mia?
 Tanto amor, tanti doni...
 Ah pria ch'io t'abbandoni,
 pera l'Italia, il mondo,
575resti in obblio profondo
 la mia fama sepolta,
 vada in cenere Troia un'altra volta.
 Ah che dissi! Alle mie
 amorose follie
580gran genitor perdona, io n'ho rossore.
 Non fu Enea che parlò; lo disse amore.
 Si parta. E l'empio moro
 stringerà il mio tesoro?
 No... Ma sarà frattanto
585al proprio genitor spergiuro il figlio?
 Padre, amor, gelosia, numi consiglio.
 
    Se resto sul lido,
 se sciolgo le vele
 infido, crudele
590mi sento chiamar.
 
    Intanto confuso
 nel dubbio funesto,
 non parto, non resto
 ma provo il martire
595che avrei nel partire,
 che avrei nel restar.
 
 Fine dell’atto primo