La Semiramide riconosciuta, Venezia, Bettinelli, 1733

 SCENA XIII
 
 SCITALCE
 
 SCITALCE
 Partì l'infida e mi lasciò nel seno
1185un tumulto d'affetti
 fra lor nemici. Il suo dolor mi spiace,
 la sua colpa abborrisco e il core intanto
 di rabbia freme e di pietà sospira
 e mi si desta il pianto in mezzo all'ira.
1190Così fra i dubbi miei
 son crudo a me, non son pietoso a lei.
 
    Passaggier, che su la sponda
 sta del naufrago naviglio,
 or al legno ed or all'onda
1195fissa il guardo e gira il ciglio,
 teme il mar, teme l'arene;
 vuol gittarsi e si trattiene
 e risolversi non sa.
 
    Pur la vita e lo spavento
1200perde alfin nel mar turbato.
 Quel momento fortunato
 quando mai per me verrà?
 
 Fine dell’atto secondo