Semiramide, Parigi, Quillau, 1755, I

 SCENA III
 
 MIRTEO, IRCANO, SCITALCE e detti
 
 MIRTEO
 Al tuo cenno, gran re, deposte l'armi,
 si presenta Mirteo. Fra gli altri anch'io
 alla vaga Tamiri offro la mano.
 L'Egitto è il regno mio...
 IRCANO
                                               Odi, la bella (A Mirteo interrompendolo)
90che fra noi si contende è quella?
 MIRTEO
                                                             È quella. (Ad Ircano)
 L'Egitto è il regno mio...
 IRCANO
 Del Caucaso natio (A Semiramide)
 fin dal giogo selvoso
 vien l'arbitro de' Sciti amante e sposo.
 MIRTEO
95Ircano, a quel ch'io veggio,
 tu d'Assiria i costumi ancor non sai.
 IRCANO
 Perché?
 SEMIRAMIDE
                  Tacer tu dei.
 Parli il prence d'Egitto.
 IRCANO
 In Assiria il parlar dunque è delitto?
 MIRTEO
100L'Egitto è il regno mio; sospiri e pianti,
 rispetto e fedeltà sono i miei vanti.
 SEMIRAMIDE
 Siedi principe e spera; a lei che adori (Mirteo va a sedere)
 non è il tuo merto ascoso
 (Qual ti sembra Mirteo?) (Piano a Tamiri)
 TAMIRI
                                                  (Molle e noioso). (Piano a Semiramide)
 SEMIRAMIDE
105Or narra i pregi tuoi. (Ad Ircano)
 IRCANO
 Dunque a vostro piacer...
 TAMIRI
                                                Parla se vuoi.
 IRCANO
 E bene, io parlerò. Dove a lor piace
 regnano i Sciti. Al variar dell'anno
 variano i lor confini, erranti abbiamo
110e le cittadi e i tetti;
 e son le nostre mura i nostri petti.
 Quei pianti, quei sospiri
 non son pregi fra noi; pregio allo Scita
 è l'indurar la vita
115al caldo, al gel delle stagioni intere
 e domar combattendo uomini e fere.
 TAMIRI
 È noto.
 SEMIRAMIDE
                 Or siedi, Ircano. (Ircano va a sedere)
 (Qual ti sembra costui?) (Piano a Tamiri)
 TAMIRI
                                                (Barbaro e strano). (Piano a Semiramide)
 SEMIRAMIDE
 Venga Scitalce.
 SIBARI
                               (Oh stelle! Io veggo Idreno!
120Qual arrivo funesto!)
 SEMIRAMIDE
 Sibari, oh dio! Questo è Scitalce? (Piano a Sibari vedendo Scitalce)
 SIBARI
                                                               È questo.
 SEMIRAMIDE
 Sarà.
 SCITALCE
             (Numi, che volto! Il re novello,
 Ircano, dimmi, è quel ch'io miro?)
 IRCANO
                                                                 È quello.
 SCITALCE
 Sarà.
 SEMIRAMIDE
             Prence, il tuo nome
125dunque è Scitalce?
 SCITALCE
                                     Appunto.
 SEMIRAMIDE
 (Qual voce!)
 SCITALCE
                          (Qual richiesta!
 Io gelo).
 SEMIRAMIDE
                   (Io vengo meno).
 SCITALCE
 (Semiramide è questa).
 SEMIRAMIDE
                                               (È questi Idreno).
 IRCANO
 Tu impallidisci, amico! (A Scitalce)
130Perché?
 SCITALCE
                  Perché mi vedo
 sì gran rivale a fronte.
 MIRTEO
                                           Io non lo credo.
 TAMIRI
 Nino, tu avvampi in volto!
 Che fu?
 SEMIRAMIDE
                  Così m'accendo
 per costume talora.
 TAMIRI
                                      (Io non l'intendo).
 SEMIRAMIDE
135Fin dall'indico clima
 ancor tu vieni alla real Tamiri
 il tributo ad offrir de' tuoi sospiri?
 SCITALCE
 Io... (Che dirò?) Se venni...
 Non sperai... Mi credea... Ma veggo... (Oh dei!)
 SEMIRAMIDE
140(Si confonde il crudel sugli occhi miei).
 TAMIRI
 Siedi, Scitalce, il turbamento io credo
 figlio d'amor né a paragon d'ogni altro
 picciol merito è questo.
 SCITALCE
 Ubbidisco.
 SEMIRAMIDE
                       (Infedel).
 SCITALCE
                                           (Sogno o son desto?)
145Ma veramente è quegli
 il successor della corona assira? (Ad Ircano)
 IRCANO
 Non tel dissi?
 SCITALCE
                            Sarà. (Siede)
 IRCANO
                                        (Questi delira.)
 TAMIRI
 (Nino, perché non chiedi
 qual mi sembri costui?) (Piano a Semiramide)
 SEMIRAMIDE
                                                (Perché ravviso (A Tamiri)
150in quel volto fallace
 segni d'infedeltà).
 TAMIRI
                                    (Però mi piace).
 SEMIRAMIDE
 (Oh gelosia!)
 IRCANO
                           Che più s'attende? È tempo
 che Tamiri decida.
 SEMIRAMIDE
                                     (Aimè!) Ma prima
 giurar si dee di tollerar con pace
155la scelta d'un rivale. Il nume e l'ara
 eccovi, o prenci.
 MIRTEO
                                Ogni tuo cenno è legge. (S’alza e va all’ara)
 SCITALCE
 (Son fuor di me). (Come sopra)
 SEMIRAMIDE
                                    (Spergiuro!)
 MIRTEO
 Io l'approvo. (Scitalce e Mirteo pongono la mano sull’ara stando uno per parte)
 SCITALCE
                           Io l'affermo.
 IRCANO
                                                    Io l'assicuro. (Ircano s’alza e non parte dal suo luogo)
 SEMIRAMIDE
 Ircano, al nume, all'ara
160non t'avvicini?
 IRCANO
                              No; giurai né voglio
 seguir l'altrui costume;
 questa è l'ara de' Sciti e questo è il nume. (Ponendo la mano al petto e accennando la spada)
 TAMIRI
 (Qual asprezza!)
 IRCANO
                                 Si sceglie
 oggi lo sposo o resta
165altro rito a compir?
 TAMIRI
                                      No; del mio core
 il genio ormai farò palese.
 SEMIRAMIDE
                                                  (Ah temo
 che Scitalce sarà!)
 TAMIRI
                                    L'ardir d'Ircano,
 di Mirteo l'umiltà veggo ed ammiro;
 ma un non so che...
 SEMIRAMIDE
                                      Sospendi
170la scelta, o principessa; un lieve impegno
 questo non è; del tuo riposo anch'io
 son debitor. Meglio pensando, almeno
 me dal rossor di poco saggio assolvi;
 esamina, rifletti e poi risolvi.
 TAMIRI
175Abbastanza pensai.
 IRCANO
                                      Dunque favella.
 SEMIRAMIDE
 No; principi, v'attendo (Semiramide s’alza e seco tutti)
 entro la reggia all'oscurar del giorno.
 Ivi a mensa festiva
 sarem compagni e spiegherà Tamiri
180ivi il suo cor. Voi tollerate intanto
 il brieve indugio.
 MIRTEO
                                   Io non mi oppongo.
 IRCANO
                                                                         Ed io
 mal soffro un re de' miei contenti avaro.
 SEMIRAMIDE
 Desiato piacer giunge più caro.
 
    Non so se più t'accendi (A Tamiri)
185a questa o a quella face;
 ma pensaci, ma intendi;
 forse chi più ti piace
 più traditor sarà.
 
    Avria lo stral d'amore
190troppo soavi tempre,
 se la beltà del core
 corrispondesse sempre
 del volto alla beltà. (Parte con Sibari)