Semiramide, Parigi, Quillau, 1755, I

 SCENA II
 
 SIBARI con spada nuda e detto
 
 SIBARI
                                   Signor, fuggiamo.
 IRCANO
1210E Tamiri dov'è?
 SIBARI
                                 Fuggiam, che tutta
 di grida femminili
 suona la reggia e al femminil tumulto
 accorrono i custodi; argine intanto
 faran que' pochi sciti
1215che mi desti all'impresa. Ah, già che il fato
 non arrise al disegno
 due vittime togliamo al regio sdegno.
 IRCANO
 Questa è la sposa a cui trovarmi in braccio
 dovea l'aurora? E tu senza Tamiri
1220a me ritorni avanti?
 SIBARI
 Era vano arrischiarmi incontro a tanti.
 IRCANO
 Ah codardo, quel sangue
 che temesti versar sparger vogl'io.
 SIBARI
 Qual ingiusto desio?
1225E pur colpa non ho...
 IRCANO
                                        Cadi trafitto;
 sempre in te punirò qualche delitto. (Ircano cava la spada e Sibari fa lo stesso difendendosi)