Semiramide, Parigi, Quillau, 1755, II

 SCENA PRIMA
 
  Gran portico del palazzo reale corrispondente alle sponde dell’Eufrate. Trono da un lato, alla sinistra del quale un sedile più basso per Tamiri. In faccia al suddetto trono tre altri sedili. Ara nel mezzo col simulacro di Belo deità de’ Caldei. Gran ponte praticabile con statue; vista di tende e soldati su l’altra sponda.
 
 SEMIRAMIDE creduta Nino con guardie e poi SIBARI
 
 SEMIRAMIDE
 Olà; sappia Tamiri
 che i principi son pronti,
 che fuman l'are, che al solenne rito
 di già l'ora s'appressa,
5che il re l'attende. (Ricevuto l’ordine parte una guardia.
 Nel mentre che parla Semiramide, esce Sibari guardandola
 con meraviglia)
 SIBARI
                                     (Io non m'inganno, è dessa).
 Lascia che a' piedi tuoi... (S’inginocchia)
 SEMIRAMIDE
                                                 Sibari! (Oh dei!)
 S'allontani ciascun. (Che incontro!) Sorgi. (Le guardie si
 ritirano in lontano)
 Dall'Egitto in Assiria
 quale affar ti conduce?
 SIBARI
                                            È noto altrove
10che la real Tamiri
 dell'impero de' Battri unica erede
 qui scegliendo lo sposo oggi decide
 l'ostinate contese
 che il volto suo, che il suo retaggio accese.
15Sperai fra queste mura
 tutta l'Asia mirar ma non sperai
 in sembianza viril sul trono assiro
 di ritrovar la sospirata e pianta
 principessa d'Egitto
20Semiramide.
 SEMIRAMIDE
                            Ah taci; in questo luogo
 Nino ciascun mi crede e il palesarmi
 vita, regno ed onor potria costarmi.
 SIBARI
 Che ascolto! È teco Idreno?
 Che fa? Dov'è!
 SEMIRAMIDE
                              Di quell'ingrato il nome
25non rammentarmi; abbandonai con lui
 la patria, il regno, il genitor, le nozze
 del monarca numida;
 e pur, nol crederai, l'istesso Idreno,
 che m'indusse a fuggir, tentò svenarmi.
 SIBARI
30Quando?
 SEMIRAMIDE
                    La notte istessa
 ch'io seco andai, del Nilo
 dalla pendente riva
 ei mi gettò ferita e semiviva.
 SIBARI
 Ma la cagione?
 SEMIRAMIDE
                              Oh dio!
35La cagione io non so.
 SIBARI
                                         (La so ben io).
 Come restasti in vita?
 SEMIRAMIDE
                                           Unica e lieve
 fu la ferita e la selvosa sponda
 co' pieghevoli salci
 la caduta scemò, mi tolse a morte.
 SIBARI
40Qual fu poi la tua sorte?
 SEMIRAMIDE
                                              In mille guise
 spoglia e nome cangiai,
 finché il monarca assiro,
 fosse merito o sorte,
 del talamo real mi volle a parte.
 SIBARI
45E all'estinto tuo sposo
 non successe nel regno il picciol Nino?
 SEMIRAMIDE
 Il crede ognun; la somiglianza inganna
 del mio volto col suo.
 SIBARI
                                         Ma come il soffre?
 SEMIRAMIDE
 Effeminato e molle
50fu mia cura educarlo.
 SIBARI
                                          (E quando spero
 miglior tempo a scoprirle i miei martiri?
 Ardir). Sappi...
 SEMIRAMIDE
                               T'accheta, ecco Tamiri. (Vedendo venir
 Tamiri)