Semiramide, Parigi, Quillau, 1755, II

 SCENA VII
 
 Appartamenti terreni.
 
 IRCANO strascinando a forza SIBARI
 
 IRCANO
 Sieguimi. Invan resisti.
 SIBARI
 Ma che vuoi?
 IRCANO
                            Che a Tamiri
 discolpi il mio rifiuto.
 SIBARI
                                           E come?
 IRCANO
                                                             A lei
700scoprendo il ver. Tu le dirai ch'io l'amo,
 che per non ber la morte
 la ricusai, ch'era la tazza aspersa
 di nascosto velen, che tua la cura
 fu d'apprestarlo...
 SIBARI
                                   E pubblicar vogliamo
705un delitto comun? Fra lor di colpa
 differenza non hanno
 chi meditò, chi favorì l'inganno.
 IRCANO
 D'un desio di vendetta
 voglio esser reo, non d'un rifiuto. Andiamo.
 SIBARI
710Senti. (Al riparo). Io parlerò se vuoi;
 ma col parlar scompongo
 un'idea più felice.
 IRCANO
                                    E qual?
 SIBARI
                                                     Non hai
 pronte tu su l'Eufrate a' cenni tuoi
 navi, seguaci ed armi?
 IRCANO
                                            E ben, che giova?
 SIBARI
715Ai reali giardini il fiume istesso
 bagna le mura e si racchiude in quelli
 di Tamiri il soggiorno; ove tu voglia
 col soccorso de' tuoi
 l'impresa assicurar, per tal sentiero
720rapir la sposa e a te recarla io spero.
 IRCANO
 Dubbio è l'evento.
 SIBARI
                                    Anzi sicuro; ogniuno
 sarà immerso nel sonno; a quest'insidia
 non vi è chi pensi; incustodito è il loco.
 IRCANO
 Parmi che a poco a poco
725mi piaccia il tuo pensier; ma non vorrei...
 SIBARI
 Eh dubitar non dei; fidati, io vado
 mentre cresce la notte
 il sito ad esplorar; tu co' più fidi
 dell'Eufrate alle sponde
730sollecito ti rendi.
 IRCANO
 A momenti verrò, vanne e m'attendi.
 SIBARI
 
    Vieni, che in pochi istanti
 dell'idol tuo godrai;
 e ogni rival farai
735d'invidia impallidir.
 
    Piangano i folli amanti
 per ammollire un core;
 per te non fece amore
 le strade del martir. (Parte)