Semiramide, Parigi, Quillau, 1755, II

 SCENA VIII
 
 IRCANO, TAMIRI e poi MIRTEO
 
 IRCANO
740Ah non si perda un solo istante. Oh come
 delusi rimarranno
 se m'arride il destino
 e Scitalce e Mirteo, Tamiri e Nino! (In atto di partire)
 TAMIRI
 Che si fa? Che si pensa? Ancor non turba
745il valoroso Ircano
 né pur con la minaccia i sonni al reo?
 IRCANO
 Hai difensor più degno. Ecco Mirteo. (Addita ironicamente
 Mirteo che viene; e parte)
 TAMIRI
 Mirteo son vendicata?
 È punito Scitalce?
 MIRTEO
                                    Egli di Nino
750è prigionier. Come assalirlo?
 TAMIRI
                                                       E Nino
 perché l'imprigionò?
 MIRTEO
                                         Perché ti offese
 nella sua reggia; e vuole
 della sorte del reo
 che decida Tamiri.
 TAMIRI
                                     Addio Mirteo. (In atto di partire in
 fretta)
 MIRTEO
755Dove?
 TAMIRI
                A Nino. (Come sopra)
 MIRTEO
                                 Ah sì presto
 tiranna m'abbandoni?
 TAMIRI
                                            (Aimè!) (Impaziente)
 MIRTEO
                                                              Lo veggo,
 nacqui infelice.
 TAMIRI
                               (Oh che importuno!) (Come sopra)
 MIRTEO
                                                                       Ascolta.
 Non ho pace per te; de' miei sospiri
 tu sei l'unico oggetto...
 TAMIRI
760Mirteo cangia favella o cangia affetto.
 Io tollerar non posso
 un querulo amator che mi tormenti
 con assidui lamenti,
 che mai pago non sia, che sempre innanzi
765mesto mi venga, e che tacendo ancora
 con la fronte turbata
 mi rimproveri ognor ch'io sono ingrata.
 
    L'eterne tue querele
 soffribili non sono;
770odiami; ti perdono,
 se amar mi vuoi così.
 
    Co' pianti dell'aurora
 cominciano i tuoi pianti;
 né son finiti ancora
775quando tramonta il dì. (Parte)