La Didone abbandonata, Venezia, Bettinelli, 1733

 SCENA XIV
 
 Gabinetto con sedie.
 
 DIDONE, poi ENEA
 
 DIDONE
 Incerta del mio fato
980io più viver non voglio; è tempo omai
 che per l'ultima volta Enea si tenti.
 Se dirgli i miei tormenti,
 se la pietà non giova,
 faccia la gelosia l'ultima prova.
 ENEA
985Ad ascoltar di nuovo
 i rimproveri tuoi vengo o regina.
 So che vuoi dirmi ingrato,
 perfido, mancator, spergiuro, indegno.
 Chiamami come vuoi, sfoga il tuo sdegno.
 DIDONE
990No, sdegnata io non sono. Infido, ingrato,
 perfido, mancator più non ti chiamo.
 Rammentarti non bramo i nostri ardori,
 da te chiedo consigli e non amori.
 Siedi. (Siedono)
 ENEA
                (Che mai dirà!)
 DIDONE
                                               Già vedi Enea
995che fra nemici è il mio nascente impero.
 Sprezzai finora, è vero,
 le minaccie e 'l furor; ma Iarba offeso
 quando priva sarò del tuo sostegno,
 mi torrà per vendetta e vita e regno.
1000In così dubbia sorte
 ogni rimedio è vano.
 Deggio incontrar la morte
 o al superbo african porger la mano.
 L'un e l'altro mi spiace e son confusa.
1005Alfin femmina e sola,
 lungi dal patrio ciel perdo il coraggio
 e non è meraviglia
 s'io risolver non so; tu mi consiglia.
 ENEA
 Dunque fuor che la morte
1010o il funesto imeneo,
 trovar non si potria scampo migliore?
 DIDONE
 V'era purtroppo.
 ENEA
                                  E quale?
 DIDONE
 Se non sdegnava Enea d'esser mio sposo,
 l'Africa avrei veduta
1015dall'arabico seno al mar d'Atlante
 in Cartago adorar la sua regnante.
 E di Troia e di Tiro
 rinnovar si potea... Ma che ragiono?
 L'impossibil mi fingo e folle io sono.
1020Dimmi, che far degg'io? Con alma forte,
 come vuoi, sceglierò Iarba o la morte.
 ENEA
 Iarba o la morte! E consigliarti io deggio?
 Colei che tanto adoro
 all'odiato rival vedere in braccio?
1025Colei...
 DIDONE
                Se tanta pena
 trovi nelle mie nozze, io le ricuso.
 Ma per tormi agl'insulti
 necessario è il morir. Stringi quel brando,
 svena la tua fedele;
1030è pietà con Didone esser crudele.
 ENEA
 Ch'io ti sveni? Ah più tosto
 cada sopra di me del ciel lo sdegno.
 Prima scemin gli dei,
 per accrescer tuoi giorni, i giorni miei.
 DIDONE
1035Dunque a Iarba mi dono. Olà. (Esce un paggio)
 ENEA
                                                          Deh ferma.
 Troppo, oh dio, per mia pena
 sollecita tu sei.
 DIDONE
                              Dunque mi svena.
 ENEA
 No, si ceda al destino; a Iarba stendi
 la tua destra real; di pace priva
1040resti l'alma d'Enea, pur che tu viva.
 DIDONE
 Già che d'altri mi brami
 appagarti saprò. Iarba si chiami. (Parte il paggio e un altro porta da sedere per Iarba)
 Vedi quanto son io
 ubbidiente a te.
 ENEA
                                Regina addio. (Si levano da sedere)
 DIDONE
1045Dove dove? T'arresta.
 Del felice imeneo
 ti voglio spettatore.
 (Resister non potrà).
 ENEA
                                         (Costanza o core).