Semiramide, Torino, Reale, 1757, I

 SCENA XII
 
 SEMIRAMIDE e TAMIRI
 
 TAMIRI
 Udisti il prence? Egli è diverso assai
505da quel che lo figuri.
 SEMIRAMIDE
                                        Io lo previdi
 che poteva ingannarti. Ah tu non sai
 quanto a fingere è avvezzo! A suo piacere
 con fallaci maniere ad ora ad ora
 s'accende e si scolora; il pianto, il riso
510sa richiamar sul viso allor che vuole
 né son figlie del cor le sue parole.
 TAMIRI
 Pur non sembra così.
 SEMIRAMIDE
                                         Di quel crudele
 non fidarti, o Tamiri. Altro interesse
 non ho che il tuo riposo.
 TAMIRI
                                              Io ben m'avvedo
515del zelo tuo ma sì crudel nol credo.
 
    Ei d'amor quasi delira
 e il tuo labbro lo condanna;
 ei mi guarda e poi sospira
 e tu vuoi che sia crudel?
 
520   Ma sia fido, ingrato sia,
 so che piace all'alma mia;
 e se piace allor che inganna,
 che sarà quando è fedel? (Parte)