Semiramide, Torino, Reale, 1757, I

 SCENA II
 
 SIBARI con ispada nuda e detto
 
 SIBARI
                                   Signor, fuggiamo.
 IRCANO
1210E Tamiri dov'è?
 SIBARI
                                 Fuggiam, che tutta
 di grida femminili
 suona la reggia e al femminil tumulto
 accorrono i custodi; argine intanto
 faran que' pochi sciti
1215che mi desti all'impresa. Ah già che il fato
 non arrise al disegno,
 due vittime togliamo al regio sdegno.
 IRCANO
 Questa è la sposa a cui trovarmi in braccio
 dovea l'aurora? E tu senza Tamiri
1220a me ritorni avanti?
 SIBARI
 Era vano arrischiarmi incontro a tanti.
 IRCANO
 Ah codardo, quel sangue,
 che temesti versar, sparger vogl'io.
 SIBARI
 Qual ingiusto desio?
1225E pur colpa non ho...
 IRCANO
                                        Cadi trafitto...
 Sempre in te punirò qualche delitto. (Ircano cava la spada e Sibari fa lo stesso difendendosi)