Semiramide, Torino, Reale, 1757, I

 SCENA ULTIMA
 
 TAMIRI e detti
 
 TAMIRI
 Mirteo, Scitalce, oh dio!
 Fermatevi, che fate?
 È inutile la pugna; io la richiesi,
1615io più non la desio.
 MIRTEO
                                      Se a te non piace,
 è necessaria a me; vendico i miei,
 non i tuoi torti. È un traditor costui,
 mentisce il nome; egli s'appella Idreno,
 egli la mia germana
1620dall'Egitto rapì.
 SIBARI
                                (Stelle, che fia!)
 SCITALCE
 Saprò, qualunque io sia...
 SEMIRAMIDE
                                                 Mirteo, t'inganni.
 Io conosco Scitalce,
 quell'Idreno non è.
 MIRTEO
                                      L'ascondi invano.
 Nella reggia d'Egitto
1625Sibari lo conobbe, egli l'afferma.
 SIBARI
 (Ahimè!)
 SCITALCE
                     Tu mi tradisci, (A Sibari)
 perfido amico! È ver, mi finsi Idreno, (A Mirteo)
 t'involai la germana.
 MIRTEO
                                        Ove si trova
 Semiramide rea? Parla, rispondi,
1630pria ch'io versi il tuo sangue.
 SEMIRAMIDE
                                                       (Oh dio, mi scopre!)
 SCITALCE
 Nol so, con questa mano
 il petto le passai
 e fra l'onde del Nilo io la gittai.
 TAMIRI
 Che crudeltà!
 IRCANO
                            Che ascolto!
 MIRTEO
                                                    A tanto eccesso,
1635empio, giungesti?
 SCITALCE
                                    In questo foglio vedi (Cava il foglio e lo dà a Mirteo)
 s'ella fu, s'io son reo.
 Sibari lo vergò; leggi, Mirteo.
 SIBARI
 (Tremo).
 SEMIRAMIDE
                    (Che foglio è quello?)
 MIRTEO
                                                             «Amico Idreno, (Legge)
 ad altro amante in seno
1640Semiramide tua porti tu stesso.
 L'insidia è al Nilo appresso. Ella, che brama
 solo esporti al periglio
 di doverla rapir, ti finge amore;
 fugge con te ma col disegno infame
1645di privarti di vita
 e poi trovarsi unita
 a quello a cui la stringe il genio antico.
 Vivi; ha di te pietà Sibari amico».
 SEMIRAMIDE
 (Anima rea!)
 SIBARI
                            (Che incontro!)
 SEMIRAMIDE
                                                           E tanto ardisti,
1650Sibari, d'asserir? Di nuovo afferma
 s'è verace quel foglio o menzognero.
 Guardami.
 SIBARI
                        (Che dirò?) Sì, tutto è vero.
 SEMIRAMIDE
 (Oh tradimento!)
 MIRTEO
                                   Appieno,
 Sibari, io non t'intendo. In questo foglio
1655tu di Scitalce amico
 l'avverti d'un periglio e poi ti sento
 accusarlo, irritarmi
 perch'ei rimanga oppresso.
 Come amico e nemico
1660di Scitalce si fa Sibari istesso?
 SIBARI
 Allor... (Mi perdo...) Io non credea... Parlai...
 MIRTEO
 Perfido, ti confondi. Ah Nino, è questi
 un traditor; dal labbro suo si tragga
 a forza il ver.
 SEMIRAMIDE
                           (Se qui a parlar l'astringo,
1665al popolo mi scopre). In chiuso loco
 costui si porti e sarà mia la cura
 che il tutto a me palesi.
 SIBARI
                                             In questa guisa,
 Nino, mi tratti? A che portarmi altrove?
 Qui parlerò.
 SEMIRAMIDE
                          No, vanne; i detti tuoi
1670solo ascoltar vogl'io.
 SCITALCE
 Perché?
 MIRTEO
                  Resti.
 IRCANO
                               Si senta.
 SIBARI
                                                 Udite.
 SEMIRAMIDE
                                                               (Oh dio!)
 SIBARI
 Semiramide amai. Lo tacqui; intesi
 l'amor suo con Scitalce. A lei concessi
 agio a fuggir; quanto quel foglio afferma
1675finsi per farla mia.
 SCITALCE
                                     Numi! Fingesti?
 Io pur con lei fuggendo
 vidi il rival, vidi gli armati.
 SIBARI
                                                    Io fui
 che mal noto fra l'ombre
 sul Nilo v'attendea. Volli assalirti,
1680vedendoti con lei;
 ma fra l'ombre in un tratto io vi perdei.
 SCITALCE
 Ah perfido! (Che feci!)
 SIBARI
                                             Udite; ancora
 molto mi resta a dir.
 SEMIRAMIDE
                                        Sibari, basta.
 IRCANO
 No; pria si chiami autore
1685de' falli apposti a me.
 SIBARI
                                          Tutti son miei.
 SEMIRAMIDE
 Basta, non più.
 SIBARI
                               No, non mi basta.
 SEMIRAMIDE
                                                                 (O dei!)
 SIBARI
 Giacché perduto io sono,
 altri lieto non sia. Popoli, a voi
 scopro un inganno, aprite i lumi; ingombra
1690una femmina imbelle il vostro impero.
 SEMIRAMIDE
 Taci. (È tempo d'ardir). Popoli, è vero; (S’alza in piedi sul trono)
 Semiramide io son; del figlio invece
 regnai finor ma per giovarvi. Io tolsi
 del regno il freno ad una destra imbelle,
1695non atta a moderarlo; io vi difesi
 dal nemico furor; d'eccelse mura
 Babilonia adornai;
 coll'armi io dilatai
 i regni dell'Assiria. Assiria istessa
1700dica per me se mi provò finora
 sotto spoglia fallace
 ardita in guerra e moderata in pace.
 Se sdegnate ubbidirmi, ecco depongo
 il serto mio. Non è lontano il figlio; (Depone la corona sul trono)
1705dalla reggia vicina
 porti sul trono il piè.
 CORO
 
    Viva lieta e sia regina
 chi finor fu nostro re. (Semiramide si ripone in capo la corona)
 
 MIRTEO
 Ah germana!
 SEMIRAMIDE
                           Ah Mirteo! (Scende dal trono ed abbraccia Mirteo)
 SCITALCE
                                                  Perdono, o cara. (S’inginocchia)
1710Son reo...
 SEMIRAMIDE
                     Sorgi e t'assolva (Porge la mano a Scitalce)
 della mia destra il dono.
 SCITALCE
                                               Oh dio, Tamiri!
 Coll'idol mio sdegnato
 io ti promisi amor.
 TAMIRI
                                      Tolgano i numi
 ch'io turbi un sì bel nodo! In questa mano
1715ecco il premio, o Mirteo, da te bramato. (Tamiri dà la mano a Mirteo)
 SCITALCE
 Anima generosa!
 MIRTEO
                                  Oh me beato!
 IRCANO
 Lasciatemi svenar Sibari e poi
 al Caucaso natio torno contento.
 SEMIRAMIDE
 D'ogni esempio maggiori,
1720principe, i casi miei vedi che sono. (Ad Ircano)
 Sia maggior d'ogni esempio anche il perdono.
 CORO
 
    Donna illustre, il ciel destina
 a te regni, imperi a te.
 
    Viva lieta e sia regina
1725chi finor fu nostro re.
 
 IL FINE