Semiramide, Torino, Reale, 1757, II

 SCENA V
 
 SEMIRAMIDE e MIRTEO
 
 MIRTEO
660Vedi quanto son io
 sventurato in amore. Un tal rivale
 a me si preferisce.
 SEMIRAMIDE
                                     A tuo favore
 tutto farò. Ti bramerei felice.
 MIRTEO
 Come goder mi lice
665la tua pietà?
 SEMIRAMIDE
                          Ti maravigli, o prence,
 perché il mio cor non vedi;
 va'; più caro mi sei di quel che credi.
 MIRTEO
 
    A te risorge accanto
 la speme nel mio sen,
670come dell'alba al pianto
 sull'umido terren
 risorge il fiore.
 
    Se guida mia si fa
 l'amica tua pietà,
675non temo del mio ben
 tutto il rigore. (Parte)