Semiramide, Torino, Reale, 1757, II

 SCENA PRIMA
 
  Campagna su le rive dell’Eufrate. Mura de’ giardini reali da un lato con cancelli aperti. Navi nel fiume che ardono.
 
 Zuffa già incominciata fra le guardie assire e soldati sciti, gli ultimi de’ quali si disperdono inseguiti dagli altri. Poi IRCANO e MIRTEO combattendo. Il primo cade; l’altro gli guadagna la spada
 
 MIRTEO
870Cedi il ferro o t'uccido.
 IRCANO
                                            Il ferro avrai,
 quand'io rimanga estinto.
 MIRTEO
 Empio, vivrai, ma disarmato e vinto. (Gli leva la spada)
 IRCANO
 Astri nemici!
 MIRTEO
                            Assiri,
 al re lo scita altero
875prigionier conducete.
 IRCANO
                                          Io prigioniero?
 Lacci ad Ircano? Ah temerario! E sai
 chi son io?
 MIRTEO
                       Sì, lo veggo. Un vil tu sei
 senza onor, senza fede,
 che altro dover non vede
880che il suo piacer, che insidia le regine,
 che sol con le rapine,
 pregio de' traditori,
 sa meritar, sa contrastar gli amori.
 IRCANO
 Quest'insolente oltraggio
885pagherai col tuo sangue.
 MIRTEO
                                               Eh di minacce
 tempo or non è. Grazia e pietade implora.
 IRCANO
 Grazia e pietà? Farò tremarvi ancora.
 
    In mezzo alle tempeste
 scoglio battuto in mar
890da lungi fa tremar
 navi e nocchieri.
 
    Fra l'onde più funeste
 lo scoglio tuo sarò;
 e il fasto io frangerò
895de' tuoi pensieri. (Ircano parte fra le guardie assire)