Semiramide, Torino, Reale, 1757, II

 SCENA V
 
 SCITALCE, poi TAMIRI
 
 SCITALCE
1035Dove son! Che ascoltai! Tanta fermezza
 può mostrar chi tradisce? Oh dei! Se mai
 ingannato io mi fossi?
 Se mai fosse fedel? Se tanti oltraggi
 soffrisse a torto... Eh che son folle. Ah dunque
1040maggior fede io dovrei
 a' suoi detti prestar che agli occhi miei?
 Risolviti, o Scitalce,
 e detesta una volta i tuoi deliri.
 TAMIRI
 Principe...
 SCITALCE
                      Alfin, Tamiri, (Risoluto)
1045m'avveggo dell'error. Teco un ingrato
 so che finora io fui; ma più nol sono.
 Concedimi, io l'imploro, il tuo perdono.
 TAMIRI
 (Nino parlò per me). Tutto, o Scitalce,
 tutto mi scorderei; ma in te sospetto
1050di qualche ardor primiero
 viva la fiamma ancor.
 SCITALCE
                                          No; non è vero.
 TAMIRI
 Finger tu puoi. Nol crederò, se pria
 la tua destra non stringo.
 SCITALCE
 Ecco la destra mia. Vedi s'io fingo.