Semiramide, Parigi, Hérissant, 1780

 SCENA VI
 
 IRCANO e MIRTEO
 
 IRCANO
 La principessa udisti? Ella superba
 va degli affetti miei. Misero amante!
 Ti sento sospirar, ti veggo afflitto.
205Cangia, cangia desio;
 e per consiglio mio torna in Egitto.
 MIRTEO
 Mi fai pietà. La tua fiducia insana,
 il tuo rozzo parlar, con cui l'offendi,
 ti rinfaccia Tamiri; e non l'intendi.
 IRCANO
210Dunque in diversa guisa i loro affetti
 qui trattano gli amanti? E quale è mai
 questo vostro d'amor leggiadro stile?
 MIRTEO
 Con lingua più gentile
 qui si parla d'amor; qui con rispetto
215un bel volto si ammira;
 si tace, si sospira,
 si tollera, si pena,
 l'amorosa catena
 si soffre volentier, benché severa.
 IRCANO
220E poi si ottien mercede?
 MIRTEO
                                               E poi si spera.
 IRCANO
 Miserabil mercé! No, d'involarti
 il pregio di gentil non ho desio.
 Ciascun siegua il suo stile; io sieguo il mio. (Parte)