Semiramide, Parigi, Hérissant, 1780

 SCENA VIII
 
 IRCANO, TAMIRI e poi MIRTEO
 
 IRCANO
745Ah non si perda un solo istante. Oh come
 delusi rimarranno,
 se m'arride il destino,
 e Scitalce e Mirteo, Tamiri e Nino! (In atto di partire)
 TAMIRI
 Che si fa? Che si pensa? Ancor non turba
750il valoroso Ircano
 né pur con la minaccia i sonni al reo?
 IRCANO
 Hai difensor più degno; ecco Mirteo. (Partendo addita ironicamente Mirteo che giunge)
 TAMIRI
 Mirteo, son vendicata?
 È punito Scitalce?
 MIRTEO
                                    Egli di Nino
755è prigionier; come assalirlo?
 TAMIRI
                                                      E Nino
 perché l'imprigionò?
 MIRTEO
                                         Perché ti offese
 nella sua reggia; e vuole
 della sorte del reo
 che decida Tamiri.
 TAMIRI
                                     Addio, Mirteo. (In atto di partire in fretta)
 MIRTEO
760Dove?
 TAMIRI
                A Nino. (Come sopra)
 MIRTEO
                                 Ah sì presto,
 tiranna, m'abbandoni?
 TAMIRI
                                             (Aimè!) (Impaziente)
 MIRTEO
                                                               Lo veggo,
 nacqui infelice.
 TAMIRI
                               (Oh che importuno!) (Come sopra)
 MIRTEO
                                                                       Ascolta.
 Non ho pace per te; de' miei sospiri
 tu sei l'unico oggetto...
 TAMIRI
765Mirteo, cangia favella o cangia affetto.
 Io tollerar non posso
 un querulo amator che mi tormenti
 con assidui lamenti,
 che mai pago non sia, che sempre innanzi
770mesto mi venga e che, tacendo ancora,
 con la fronte turbata
 mi rimproveri ognor ch'io sono ingrata.
 
    L'eterne tue querele
 soffribili non sono.
775Odiami, ti perdono,
 se amar mi vuoi così.
 
    Co' pianti dell'aurora
 cominciano i tuoi pianti;
 né son finiti ancora
780quando tramonta il dì. (Parte)